Voto a Napoli, per Clemente defezioni senza sosta

Democrazia e Autonomia perde pezzi, il simbolo ‘arancione’ non ci sarà. a l’ex assessore è pronta a incassare il sostegno di esponenti del gruppo misto. Zimbaldi: “Sono a sua disposizione”

NAPOLI – “La verità è che Dema è scoppiata”. La frase, pronunciata da un esponente della giunta arancione uscente, restituisce la rabbia per le oltre quindici defezioni – tra consiglieri e assessori – che lasciano orfana Alessandra Clemente di altrettanti candidati in lista. Negli ambienti della maggioranza c’è chi si chiede con ironia malmostosa se, con tutti questi abbandoni, non sia la coalizione di Gaetano Manfredi a meglio rappresentare la continuità con l’operato portato finora avanti dall’amministrazione De Magistris.
A poco più di due settimane dal 3 settembre – scadenza fissata per la consegna delle liste -, in Democrazia Autonomia il gioco degli incastri dei candidati in coalizione si è complicato al punto da portare gli arancioni a una decisione drastica che Cronache aveva già anticipato qualche giorno fa. Nelle schede elettorali il simbolo Dema non comparirà ma sarà inglobato in una delle liste create da e a supporto di Alessandra Clemente.

Nessun rancore, al massimo una punta di autocritica. “Per le liste che le competevano – racconta un esponente di primo piano degli arancioni -, Alessandra ha lavorato più che bene, ha messo in piedi uno schieramento molto competitivo. Dema poteva fare meglio e non è riuscita a farlo fino in fondo”. Nell’ambiente viene bollata come “fandonia” l’indiscrezione che voleva la scelta di non presentare il simbolo come una ripicca del sindaco nei confronti dell’assessore uscente.

Rimane il fatto che la candidatura di Clemente sia stata il pomo della discordia al banchetto della maggioranza. Proprio Eleonora De Majo, assessore dimissionario alla Cultura e al Turismo, l’aveva definita “calata dall’alto e senza confronto con la città”. Evitato lo scoglio del dover presentare una lista, ora in Dema si prospetta la partita per certi versi persino più complessa del doverne condividere una insieme, tra gli altri, a Rifondazione comunista e Potere al popolo.

Qualche nome proverrà probabilmente anche dal gruppo Misto: di certo c’è quello del capogruppo Luigi Zimbaldi, che a margine di un bilancio di fine consiliatura non esclude la ricandidatura: “Mi metto a disposizione di Alessandra sebbene abbia sessant’anni suonati”. Tra le voci del suo personale rendiconto sull’esperienza amministrativa non manca una critica alla scarsa predisposizione al confronto da parte del sindaco: “Ma l’abbiamo votato e seguito in ogni caso”. Un appunto che viene fatto trapelare anche dai piani alti degli arancioni, dove diversi confessano di non essere più in contatto con l’ex-pm da mesi.

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