Voucher, i sindacati: “No alla reintroduzione nel turismo, rischio precariato”

La protesta di Cgil e Cisl contro la proposta del ministro del Lavoro

© Mauro Scrobogna / LaPresse 22-10-2009 Roma Politica CGIL - flc assemblea precari scuola Nella foto: Il segratario CGIL Guglielmo Epifani The CGIL leader Guglielmo Epifani attending an assembly of non-tenured teachers

MILANO (AWE/LaPresse)“Il ricorso ai voucher nel turismo avrebbe come effetto la produzione di nuove forme di irregolarità e di precarizzazione dei rapporti di lavoro in un mercato già fortemente condizionato dalla stagionalità”. Lo dichiarano, in una nota, i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

La protesta dei sindacati

Nei giorni scorsi le tre sigle, in una nota congiunta trasmessa al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Luigi Di Maio, e ai presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato, hanno evidenziato il ruolo della contrattazione nazionale di settore. Un settore che “da decenni si misura con le esigenze di flessibilità delle imprese. Individuando diverse soluzioni negoziali condivise e utili a rispondere alle problematiche di una domanda. Che in larga parte è condizionata da una strutturale stagionalità”.

No alla reintroduzione dei voucher nel turismo

I sindacati fanno sapere, inoltre, che il primo agosto dalle 9.00 alle 13.00 saranno in presidio davanti la sede del Parlamento in Piazza Montecitorio a Roma. Per protestare contro la reintroduzione dei buoni lavoro nel comparto turistico. Una misura prevista negli emendamenti al decreto Dignità in discussione alla Camera dei Deputati.

“La contrattazione nazionale del turismo – si legge ancora nella nota congiunta – ha individuato da anni strumenti di flessibilità prevedendo il lavoro extra e di surroga. Che consente di poter assumere lavoratori con contratti della durata massima di 3 giorni, l’apprendistato in cicli stagionali per giovani fino a 29 anni. Contratti a tempo determinato stagionale e somministrazione di lavoro a tempo determinato”.

Il rischio è aumentare il precariato

La flessibilità contrattata, spiegano i sindacati, consente di ricorrere al “part time anche di 15 ore settimanali con clausole elastiche”. Nonché al “part time weekend della durata di otto ore settimanali”. E interviene anche sull’organizzazione del lavoro con “la possibile gestione di orari multi periodali funzionali ai picchi di attività in tutti i periodi dell’anno”.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs ritengono necessaria “una nuova governance di settore partecipata, di indirizzi strategici, di investimenti, di lavoro di qualità e adeguatamente tutelato. E non di iniziative che abbiano come unica finalità quella di fornire alle imprese uno strumento volto a produrre esclusivamente una compressione del reddito dei lavoratori. E soprattutto, ad aumentare la maggiore precarietà del rapporto di lavoro che, invece, il decreto si propone di contenere”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome