MILANO – Whirlpool Emea “prende atto con grande rammarico della mancata disponibilità da parte del Governo a discutere il progetto di riconversione del sito” che “come più volte sottolineato, rappresenterebbe l’unica soluzione in grado di garantire la salvaguardia occupazionale e la sostenibilità nel lungo periodo dello stabilimento di Napoli”. Lo si legge in una nota del gruppo multinazionale, che avrebbe voluto convertire il sito di Napoli da lavatrici a container refigeranti con la cessione all’azienda Prs. “Vista l’impossibilità di una discussione sul merito del progetto di riconversione e i mesi di incontri che non hanno portato ad alcun progresso nella negoziazione – continua la nota -, l’azienda, come comunicato durante la riunione a Palazzo Chigi, si trova costretta a procedere alla cessazione dell’attività produttiva, con decorrenza 1 novembre 2019”.
Le problematiche
“Come già ribadito – prosegue Whirlpool -, nonostante ingenti investimenti realizzati negli ultimi anni, lo stabilimento di Napoli non è più sostenibile per via di una crisi strutturale. Il sito opera infatti al di sotto del 30% della capacità di produzione installata a causa del drastico declino della domanda di lavatrici di alta gamma a livello internazionale e di congiunture macroeconomiche sfavorevoli, condizioni non previste né in alcun modo prevedibili al momento della sottoscrizione del Piano Industriale del 25 ottobre 2018”.
Whirlpool Emea “tiene a ribadire la strategicità dell’Italia, dove sono impiegate circa 5.500 persone e dove l’azienda ha realizzato investimenti significativi nel corso degli anni, arrivando a costruire la più forte presenza produttiva del settore”. In questo contesto, Whirlpool Emea “confida nella continua collaborazione con il Governo italiano per supportare la propria forte presenza nel Paese e per garantire che gli investimenti rendano i propri impianti competitivi per il mercato globale”.
LaPresse