NAPOLI – Le trattative con le multinazionali possono essere insidiose e spesso mettono a rischio il futuro di centinaia di lavoratori. E’ sicuramente il caso di Whirlpool, con in bilico il destino dello stabilimento di Napoli. Una vicenda sulla quale il governo, e il ministro Luigi Di Maio in primis, rischia di incartarsi. L’azienda ha ribadito di non voler chiudere, da Roma è arrivata la minaccia del taglio degli incentivi. Ma l’accordo per venire fuori dall’impiccio ancora non c’è.
E ora i democrat vogliono vederci chiaro. Il ministro sarà trascinato in commissione alla Camera già domani con una interrogazione sull’argomento. “Di Maio sapeva già dai primi giorni di aprile della decisione di Whirlpool sulla chiusura dello stabilimento di Napoli? E’ vero che il vicepresidente del Consiglio aveva già dato incarico a Invitalia di cercare un nuovo acquirente? Perché si è rifiutato di incontrare le organizzazioni sindacali per provare a gestire per tempo l’emergenza? Perché anziché adoperarsi nella ricerca di una soluzione ha aspettato tutto questo tempo? Forse perché preoccupato dalle elezioni europee? Il ministro è a conoscenza che la restituzione è già prevista dalle clausole standard degli accordi di finanziamento firmati, e non dal decreto dignità come da lui dichiarato? Luigi Di Maio ha mentito agli operai di Whirlpool e ai cittadini italiani?”, queste le domande dei dem
A presentare l’interrogazione al ministro in commissione Lavoro Debora Serracchiani, Paola De Micheli, Chiara Gribaudo, Carla Cantone, Marco Lacarra, Stefano Lepri, Romina Mura, Antonio Viscomi, Alessandro Zan. Alle loro spalle i deputati campani che si sono espressi a mezzo stampa su una vicenda intricata e pericolosa. Sulla quale tutti, a chiacchiere, sono dalla parte dei lavoratori. Ma al momento nessuno propone delle soluzioni concrete.