ROMA – Sprint sul dossier Whirlpool. Mentre è arrivata la pubblicazione del decreto ‘Salva imprese’, il colosso degli elettrodomestici punta a trovare una soluzione alla difficile vertenza che riguarda l’impianto di Napoli con i suoi 410 dipendenti. La filiale italiana ha infatti convocato per lunedì 16 settembre i sindacati per “condividere importanti aggiornamenti relativi allo stabilimento campano”.
Un futuro sostenibile
L’obiettivo è dare un futuro “sostenibile” ai dipendenti, in assenza di una convocazione del tavolo in sede ministeriale. L’ultimo incontro tra le parti è avvenuto il primo agosto, dove Whirlpool aveva proposto cinque opzioni per mettere in salvo i lavoratori a forte rischio.
Le richieste dei sindacati
Fim, Fiom e Uilm chiedono invece “al ministero dello Sviluppo economico di ripristinare urgentemente il tavolo, prima che sia troppo tardi e che la multinazionale assuma scelte unilaterali”. I sindacati chiedono in una nota di fare in in fretta perché “l’impressione è che Whirlpool voglia approfittare della crisi di governo per forzare la mano. E imporre la dismissione della storica fabbrica partenopea di lavatrici”. Le sigle di settore lanciano così un appello al nuovo ministro Stefano Patuanelli: “Il protrarsi della inerzia da parte del ministero dello Sviluppo economico sarebbe imperdonabile e probabilmente avrebbe esiti irreparabili”.
Il decreto legge firmato da Mattarella
La situazione è in continua evoluzione. Il 3 settembre il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto legge per la tutela del lavoro e per la risoluzione delle crisi aziendali, che permette a Whirlpool una decontribruzione per i contratti di solidarietà di 16,9 milioni (10 milioni per il 2019 e 6,9 milioni per il 2020).
Rilanciare la Whirpool
Peccato che l’azienda abbia già bollato le misure come “insufficienti” per garantire la profittabilità dello stabilimento di Napoli nel lungo periodo. E la competitività di Whirlpool nella Regione Emea (Europa, Medio Oriente e Africa). Perché, dal punto di vista contabile, “i 16,9 milioni di euro previsti dal testo del decreto legge per il biennio 2019-2020 sono calcolati considerando la messa in solidarietà al 60% della quasi totalità dei 5.500 dipendenti assunti in Italia. Ma questa non è un’opzione percorribile in quanto non in linea con il piano industriale 2019-2021”. Negli ultimi anni sono stati messi in campo 100 milioni di euro in Italia. Ma, avvisa il colosso, l’unica alternativa possibile resta quella di dare “una nuova missione produttiva al sito di Napoli”.
Si attende l’intervento del Mise
Ora si aprono nuovi spiragli. Ma anche il Mise dovrà intervenire in maniera incisiva, dopo il modus operandi molto duro adottato – senza però arrivare ad una soluzione finale – da Luigi Di Maio.
(LaPresse/di Alessandro Banfo)