CASAPESENNA- E’ una crociata che dura da anni: far emergere la ricchezza accumulata da Michele Zagaria, con il sangue ed il terrore, e confiscarla. Dal 7 dicembre del 2011 il padrino è in cella al 41 bis. Ma fuori i suoi affari hanno continuato ‘a girare’. E a beneficiarne, sostiene la Dda, sono i suoi parenti. Lo scorso marzo gli uomini della Dia di Napoli, coordinati dal pm Maurizio Giordano, hanno sequestrato due ville ed un negozio riconducibili ai fratelli del boss. E’ stato messo sotto chiave cautelarmente un bottino di circa 3 milioni di euro. Ed ora quell’inchiesta rischia di sfociare in un nuovo processo a carico della famiglia di ‘Capastorta’.
Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio per Antonio, Pasquale e Carmine Zagaria, fratelli del capoclan, e le rispettive consorti, Patrizia Martino, Francesca Linetti e Tiziana Piccolo. A comparire dinanzi al gup anche Luigi Diana, detto ‘o diavolo, 66enne di Villa di Briano, e Marcella Maccariello, 65enne di Caserta, vedova del medico Michele Nocera. Le abitazioni finite sotto sequestro sono quelle di via Don Peppe Diana e via San Marco. In relazione alla prima sono accusati di trasferimento fraudolento di beni Pasquale Zagaria, 59enne, e la moglie, Francesca Linetti, 43enne: al fine di evitare disposizioni in materia di misure di confisca e di prevenzione patrimoniale i due, questa la tesi della Procura, avevano intestato fittiziamente la proprietà della casa a Nocera. Stesso reato contestato ad Antonio Zagaria, 57enne, e Martino, 55enne, in merito alla seconda abitazione: la coppia avrebbe intestato la dimora, solo su carta, a due residenti della zona. Affronteranno l’udienza preliminare con l’accusa di auto-riciclaggio, invece, Carmine Zagaria, 51enne, e Tiziana Piccolo, 43enne: avrebbero investito i soldi del clan nel negozio di abbigliamento ‘Mini store’ a San Marcellino.
Pasquale Zagaria, detenuto al carcere duro a Sassari, è inquisito anche per estorsione. Con altre persone non identificate, nel 2004 avrebbe costretto un cittadino di Casapesenna a vendergli un terreno, situato in via Don Peppe Diana “ad un prezzo sensibilmente inferiore al prezzo di mercato” che aveva destinazione urbanistica in zona edificabile. Sono accusato di pizzo anche Antonio Zagaria, in cella a Terni, e Luigi Diana. Il fratello di ‘Capastorta’, in base alla tesi della Dda, nell’aprile del 2007, ha costretto delle persone a vendergli la loro abitazione di via San Marco, a Casapesenna, ad un prezzo più basso rispetto a quello di mercato. Diana, sostengono gli inquirenti, partecipò all’ipotizzata condotta illecita procacciando l’affare immobiliare. Maccariello, infine, è inquisita per favoreggiamento perché “non essendo concorsa nel delitto di fittizia intestazione” della villa, ha aggiunto la Procura, ne era comunque a conoscenza facendosi accreditare sui propri conti i canoni di locazione versati dalla Linetti per poi prelevarli e restituirli agli Zagaria. Tutti i reati contestati agli 8 imputati dal pm Giordano sono ritenuti aggravati dall’aver agito al fine di agevolare la cosca di Casapesenna.
L’udienza preliminare, che deciderà se rinviare o meno a giudizio gli imputati, si celebrerà a gennaio dinanzi al giudice Vincenzo Caputo. Nel collegio difensivo gli avvocati Andrea Imperato, Angelo Raucci, Antonio Garofalo e Fabio Della Corte.
“Alla moglie del boss Mezzero lo stipendio da Michele Zagaria”. Il cambio di casacca…