Milano (LaPresse) – “Mi dispiace tantissimo per il mio paese, soprattutto per la figura che facciamo in tutto il mondo”. Javier Zanetti, ex capitano della nazionale argentina, commenta così i fatti accaduti in River Plate-Boca Juniors. La finale di ritorno di Copa Libertadores è stata nuovamente rinviata dopo l’aggressione subita sabato dai giocatori del Boca. “Tutti aspettavano questa partita, ormai non si può tornare indietro. Ancora una volta vince la violenza e invece di parlare di una grande finale finale ci tocca parlare di questo episodio – ha aggiunto il vicepresidente dell’Inter ai microfoni di Radio Anch’Io Sport su Radio 1 Rai – Giusto il rinvio? Non c’erano i presupposti per poter disputare la partita. I giocatori del Boca non stavano bene, fisicamente e psicologicamente. Giocare una finale in queste condizioni credo non faccia bene a nessuno”.
Doppio rinvio dopo che i giocatori del Boca non avevano intenzione di scendere in campo
La finale di ritorno di Coppa Libertadores tra River Plate e Boca Juniors, dopo l’assalto al bus dei giocatori Xeneize da parte di alcuni teppisti, è stata rinviata. Il Boca sostiene che non ci siano le condizioni adatte per giocare. Nelle ultime ore i dirigenti si sono riuniti con gli avvocati per definire i passi da seguire. Il presidente del Boca Daniel Angelici aveva concordato inizialmente con il numero uno del River Rodolfo D’Onofrio e il capo della Conmebol, la Confederazione Calcistica Sudamericana, che il match fosse disputato, ma ad essere contrari a scendere in campo sono stati i giocatori Xeneize che, secondo ‘La Nacion’, non avevano alcuna intenzione di presentarsi al ‘Monumental’: sostenevano di essere svantaggiati perché, al contrario degli avversari, hanno vissuto un pomeriggio ad alta tensione.