Rigopiano, chiusa l’indagine: rischio processo per 24 persone e una società

Quasi due anni dopo la magistratura ha terminato le indagini

Rigopiano foto Gianluca Fortunato / LaPresse

Roma (LaPresse) – La procura di Pescara ha notificato l’avviso di chiusura delle indagini su Rigopiano a 24 persone e una società. Tra le persone che rischiano il processo ci sono il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, il presidente della Provincia, Antonio Di Marco, e il direttore del resort Bruno Di Tommaso che è anche amministratore e legale responsabile della società coinvolta, ‘Gran Sasso Resort & spa’. Indagato anche l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, che insieme ad altri due ex dirigenti avrebbe attivato in ritardo le procedure indispensabili per liberare in sicurezza l’albergo prima della valanga.

Le accuse, a seconda delle posizioni, vanno dall’abuso d’ufficio, falso, e abusi edilizi, fino al disastro e omicidio colposi. La tragedia risale al 18 gennaio 2017 quando una valanga distrusse l’hotel uccidendo 29 morti.

Il giorno prima della tragedia, decine di persone erano rimaste bloccate a causa della nevicata che aveva interrotto l’unica strada percorribile per il paese. Spaventate e infreddolite aspettavano da ore i soccorsi. Quando la slavina distrusse tutto senza lasciar scampo, intrappolando, e uccidendo.

La slavina arrivò dopo mesi di uno sciame sismico. Senza tregua, faceva tremare la terra del centro Italia, lasciandosi dietro dolore e morte.

Quasi due anni dopo la magistratura ha terminato le indagini

A gennaio, cinque mesi dopo la prima drammatica scossa di Amatrice costata la vita a 299 persone, mentre proseguivano le attività legate all’emergenza terremoto, protezione civile e soccorritori si trovarono a fronteggiare un’eccezionale ondata di maltempo, che colpì pesantemente Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Numerosi e complessi gli interventi. Dal recupero e soccorso delle persone che bloccate in frazioni isolate, al ripristino della viabilità, delle infrastrutture. Ed anche dei servizi essenziali gravemente compromessi dalle forti nevicate.

Il territorio era già allo stremo quando, il 18 gennaio, quattro scosse di magnitudo superiore a 5.0 colpirono nuovamente l’area, in particolare le Regioni Lazio e Abruzzo. Poche ore dopo le scosse la valanga travolse, distruggendolo, l’hotel situato alle pendici del Gran Sasso, in provincia di Pescara. Le operazioni di ricerca e soccorso durarono ininterrottamente otto giorni e otto notti. Consentendo di mettere in salvo undici persone, ma 29 rimasero sotto le macerie.

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