Zannini sempre più vicino a Silvestro. È il suo lasciapassare per Forza Italia

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Cerreto, Zannini e Silvestro in foto

CASERTA – Portato a casa il risultato delle Provinciali, adesso bisogna pensare alle Regionali. E in attesa di capire il destino di Vincenzo
De Luca, e quindi ancora incerto del proprio futuro nel mondo del centrosinistra, sta continuando a costruirsi la strada che lo potrebbe portare nel centrodestra. Parliamo di Giovanni Zannini, consigliere regionale di Mondragone. Il suo candidato alla presidenza della Provincia,
Anacleto Colombiano (da lui scelto dopo aver accantonato la possibilità di sostenere – insieme al Pd e a Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale, il sindaco Antonio Mirra di S. Maria Capua Vetere), ha vinto agevolmente, con il sostegno anche di parte di Fratelli d’Italia (l’area che orbita intorno al parlamentare Gimmi Cangiano), di Forza Italia e di Marcello De Rosa, ex sindaco di Casapesenna (anche lui desideroso di correre per uno scranno da consigliere regionale).

La scelta di sfilarsi dalla coalizione di centrosinistra con cui in Regione è forza di maggioranza -, per Zannini ha rappresentato il primo vero passo di affrancamento dalle logiche progressiste. Le ha messe in standby in attesa di comprendere cosa faranno De Luca e il suo vice, Fulvio Bonavitacola. Chiusi dall’impossibilità del terzo mandato, non felicissimi (specialmente De Luca) di un’eventuale candidatura a governatore del pentastellato Roberto Fico, dubbiosi anche sul fatto di poter allestire una o più liste da inserire nella futura coalizione di centrosinistra, c’è chi ritiene la loro permanenza nell’area progressista davvero temporalmente limitata.

E se comunque dovesse essere confermata (del resto l’attuale governatore ha pur sempre un figlio parlamentare proprio del Pd),
lo sarà con una forza non tale da poter garantire sicura candidatura e posto di rilievo a Zannini, che ha dimostrato di controllare,
politicamente, tante amministrazioni casertane (e quindi di poter contare su tanti voti). Insomma, il suo bottino elettorale rischierebbe di non avere le giuste compensazioni politiche. E quindi? Il mondragonese sta costruendo un piano B. Un piano agevolato dalla scelta di parcheggiarsi di Giorgio Magliocca (dopo aver saputo dell’indagine per corruzione che lo ha coinvolto si è dimesso da presidente
della Provincia e da sindaco di Pignataro Maggiore), circostanza che – evidentemente – gli ha fatto spazio in Forza Italia casertana.

Chi gli starebbe facendo da ponte, a Zannini, nel partito berlusconiano è, a quanto pare, Francesco Silvestro, parlamentare, presidente della commissione bicamerale Affari regionali, politico di Arzano che ha fatto carriera, arrivando fino a Roma. Un rapporto tra il mondragonese e Silvestro che è cresciuto gradualmente. E la partecipazione dei due al recente convegno su ‘Il pomo d’oro… dalla passata al futuro’ — che si è tenuto lunedì scorso — organizzato dall’associazione culturale Oro Russo di Villa Literno, è l’ennesima prova di questa intesa.

Insomma, aspettando De Luca (ma ormai nemmeno troppo), Zannini, piazzato un suo uomo al vertice della Provincia di Caserta, si sta creando in autonomia una strada che lo potrebbe condurre in Forza Italia e quindi nel centrodestra. Andrebbe ad inserirsi in un partito
garantista, che sicuramente vedrebbe — per ideologia e storia — con occhio meno preoccupato e ansimante le contestazioni che gli muove la Procura di S. Maria Capua Vetere (alcune ipotesi di corruzione, truffa e concussione). Se l’inchiesta giudiziaria ha di fatto bloccato l’avanzata politica di Magliocca, quella su Zannini non ha inciso sul suo successo politico, anzi, l’elezione di Colombiano ne ha dimostrato la crescita. Logicamente sia il mondragonese che Magliocca sono da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile e il prosieguo delle indagini potrebbe anche far rivelare la loro estraneità ai fatti contestati.

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