ROMA – E’ abbastanza chiaro il leader del Pd, Zingaretti, sulla situazione del Governo. E lancia il monito a Conte su azioni condivise, pena nuove elezioni. “Conte è un pezzo di questo campo di centrosinistra che si sta riorganizzando. Su chi guiderà il prossimo governo, se ci sarà, lo vedremo”. Una dichiarazione che dimostra l’insoddisfazione verso l’operato di Conte. E sulla sua dichiarazione rilasciata ad una nota trasmissione televisiva si era così espresso sul Premier: “Fortissimo punto di riferimento delle forze progressiste”, fermo restando contraddirsi solo due, tre giorni dopo e rivedere la sua opinione: “Se Conte dice ‘faccio una scelta di campo e mi metto nel campo del centrosinistra’, vuol dire che questo campo o ridiventa competitivo per combattere Salvini o regaliamo il Governo ai sovranisti”. E aggiunge: Per il momento voglio andare avanti, ma imponendo la qualità del governo. Abbiamo il dovere etico e morale di fermare queste destre con il buon governo. Il Pd serve a questo”
Il monito agli alleati
“Basta con gli avversari, bisogna ricostruire una prospettiva di alleanza. Basta polemiche, costruiamo un’agenda condivisa e realizziamola. Sono preoccupato dal costo dell’incertezza. Sono per andare avanti, ma imponendo una qualità del governo. E’ da matti – continua – far parte di un governo e picconarlo tutti i giorni. Nella maggioranza c’è un tasso di litigiosità dovuto al fatto che non si accetta la differenza tra alleati e avversari. Non accetteremo mai con quattro o cinque partiti cinque idee diverse su cosa fare il prossimo anno. Conte si è impegnato per un’agenda condivisa, non si può andare avanti litigando tutti i giorni”. E sul programma annunciato per il prossimo mese di gennaio dallo stesso Conte, aggiunge: “Mi auguro che sia un programma non di titoli ma di provvedimenti e di azione. Se dobbiamo far finta lasciamo stare”. E sottolinea, al termine sul 5G e Huawei: “il Copasir ha detto una cosa molto seria: che potrebbero esserci problemi per la sicurezza nazionale. Un governo serio ha il dovere di approfondire le preoccupazioni del Copasir e mettere al centro la sicurezza nazionale. Se c’è un pericolo per la nostra sovranità- ha concluso – bisogna riflettere su come garantirla”.
Di Maio: “Vigilanza su Banche da riformare”
Il leader dei 5S Di Maio, sul caso Banca Popolare di Bari che segue come una fotocopia quella di Vicenza dichiara: “Che qualcosa non funzioni nella vigilanza bancaria credo ormai sia sotto gli occhi di tutti. Serve una riforma che dia al Parlamento più voce in capitolo, con le giuste precauzioni, nella scelta dei vertici, e la vigilanza va riformata per essere maggiormente incisiva negli interventi preventivi”. E poi conclude: “Che qualcosa non funzioni nella vigilanza bancaria credo ormai sia sotto gli occhi di tutti. Serve una riforma che dia al Parlamento più voce in capitolo, con le giuste precauzioni, nella scelta dei vertici, e la vigilanza va riformata per essere maggiormente incisiva negli interventi preventivi. Chi ha sbagliato deve pagare, bisogna fare in modo che casi come quello della Popolare di Bari non si verifichino più in questi termini”.
Bankitalia superficiale
Approfondire in che modo Bankitalia ha vigilato – ha detto – Una banca non è che fallisce dal nulla. E soprattutto è opportuno approfondire anche come, quando e in che forma Bankitalia ha vigilato, perché qui è necessario che ognuno si assuma le sue responsabilità”. Poi rassicura i truffati: “Dei 900 milioni destinati dal governo alla Popolare di Bari – ha spiegato – una parte andrà alla Banca del Sud. In ogni caso una cifra importante sarà destinata alla nuova banca pubblica per gli investimenti, sarà un altro punto del nostro programma. Anche il ministro Gualtieri ha dichiarato come prioritaria la strada della Bpi”.
Pronti i rimborsi
Per quanto concerne i rimorsi ai risparmiatori truffati dalla Popolare di Bari ha aggiunto: “le domande iniziano a crescere e siamo dentro i tempi stabiliti, ancora non è scaduto il termine per la presentazione delle istanze e rimaniamo convinti che la cifra messa a disposizione una volta raccolte le domande possa garantire anche oltre il 30% agli azionisti”, mentre “anche gli obbligazionisti a cui abbiamo garantito il 95% del danno subito stanno richiedendo l’integrazione del loro indennizzo e in alcuni casi si è ottenuto il rimborso”.
LaPresse