Vibo Valentia (LaPresse) – E’ stato sottoposto a fermo Antonio Pontoriero, il 43enne indagato per l’omicidio di Soumayla Sacko, bracciante agricolo 29enne del Mali ucciso sabato sera nel Vibonese. Sacko è stato ucciso a colpi di fucile mentre si trovava con due connazionali in un’ex acciaieria abbandonata in contrada Calimera di San Calogero, vicino Rosarno, in provincia di Vibo Valentia. Il provvedimento è stato disposto prima dei risultati della prova dello stub a cui Pontoriero è stato sottoposto ma che devono ancora arrivare. I carabinieri di Vibo Valentia terranno una conferenza stampa alle 11 per riferire i dettagli dell’indagine.
La raccolta fondi indetta dalla Usb
Una raccolta fondi per i familiari di Soumaila Sacko. E sono indette manifestazioni a Milano e Roma per il 29enne del Mali ucciso sabato sera in provincia di Vibo Valentia. Sono le iniziative lanciate dalla Usb, sindacato di base con cui in Calabria il ragazzo militava per i diritti dei braccianti e contro il caporalato. Scrive la Usb in un comunicato: “Martedì 5 giugno, ben tre giorni dopo l’assassinio del nostro compagno Soumaila Sacko, il governo ha finalmente trovato la voce. Finalmente è intervenuto ufficialmente su un omicidio pianificato per mettere a tacere le rivendicazioni degli sfruttati di San Ferdinando. E, più in generale, dei lavoratori che nelle campagne lottano per i diritti con l’Unione Sindacale di Base. È importante – si legge – che Soumaila sia stato ricordato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte al Senato. E che l’Aula si sia unita nell’applauso postumo al nostro compagno di lavoro e di lotta”.
Le parole del Premier Conte rompono il silenzio di Salvini e Di Maio
Prosegue la nota del sindacato: “È importante perché è stato faticosissimo per l’Usb, per i braccianti, difendere la memoria di Soumaila Sacko. Vergognosamente si è cercato in tutti i modi di far passare per un comune ladruncolo vittima della rabbia di qualche onesto giustiziere della notte. E rovesciare una pericolosa narrazione che sarebbe stata una seconda condanna a morte. È importante perché rompe il silenzio tombale di Salvini e Di Maio. Un’afasia tanto grave da aver provocato la discesa in campo, in tv e sui giornali, di firme di ogni appartenenza. È importante che ora si dia un seguito a questi fatti. E che si intraprenda la strada per garantire veramente e stabilmente i diritti dei lavoratori dei campi, degli sfruttati e degli invisibili che si dannano per due euro l’ora“.