Pedopornografia, il Monsignore condannato: “Errori si riferiscono a periodo di fragilità”

Le verità choc di Carlo Alberto Capella

ROMA – “Gli errori che ho fatto sono evidenti. Ed evidente è anche il fatto che si riferiscono a un periodo di fragilità. Sono dispiaciuto che la mia debolezza abbia inciso sulla vita della Chiesa. Spero che questa situazione possa essere considerata un incidente di percorso nella mia vita sacerdotale”. Monsignor Carlo Alberto Capella aveva fatto alcune dichiarazioni già durante il processo. I procedimento si è concluso l’altro ieri con la condanna a cinque anni di reclusione e 5 mila euro di multa.

Il Monsignore è rinchiuso in cella al Vaticano

E’ stata questa la decisione del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano nei confronti di monsignor Carlo Alberto Capella, ex funzionario della nunziatura di Washington, accusato di detenzione, cessione e trasmissione di materiale pedopornografico. Adesso è rinchiuso nella Gendarmeria del Vaticano. Il Promotore di Giustizia aveva chiesto una pena leggermente più alta. Il Presidente del Tribunale vaticano Giuseppe Dalla Torre, dopo circa un’ora di Camera di Consiglio, lo ha riconosciuto ‘colpevole’ del reato di divulgazione, trasmissione, offerta e detenzione di materiale pedopornografico. Tra i filmati anche quello di un bambino di pochi anni in espliciti atteggiamenti sessuale.

Processo al Monsignore iniziato venerdì

Il processo era iniziato venerdì mattina, sono bastate due udienze e un’ora di camera di consiglio per arrivare ad una sentenza a suo modo storica. Del resto le prove erano schiaccianti e l’imputato ha ammesso tutto, salvo parlare di un momento di ‘crisi’ e ‘fragilità’ e dichiarare: “Spero che questa situazione possa essere considerata un incidente di percorso nella mia vita sacerdotale che amo ancora di più”. Parole che rivelano il timore del processo canonico all’ex Sant’Uffizio: l’ex diplomatico in carriera, arrestato il 7 aprile, rischia anche di essere spretato.

Era diplomatico della Santa Sede negli Stati Uniti

Monsignor Capella, cinquantenne, era consigliere di nunziatura a Washington, il numero tre della diplomazia vaticana negli Stai Uniti, ed è stato scoperto dalla polizia canadese perché nei giorni di Natale del 2016, tra il 24 e il 27 dicembre, aveva scaricato immagini pomo con bambini e adolescenti da un computer- di una chiesa di Windsor, in Ontario. È la prima volta che il tribunale della Città del Vaticano pronuncia una condanna per un crimine del genere.

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