MILANO (LaPresse) – Il 2018 si classifica fino a ora al quarto posto tra gli anni più bollenti del pianeta. Facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani superiore di 0,77 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. È quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti relativa al primo semestre dell’anno sulla base della banca dati Noaa. Il National Climatic Data Centre che rileva i dati dal 1880.
Ondate anomale di calore su 5 continenti su 6
Cinque continenti su sei – sottolinea la Coldiretti – hanno fatto registrare nel primo semestre del 2018 una temperatura che si classifica tra le dieci più elevate da quando sono iniziate le rilevazioni continentali. Ondate anomale di calore si estendono dalla Scandinavia, con incendi e numerosi decessi di persone anziane, alla Grecia. Dove divampano gli incendi che hanno provocato una vera strage, fino al Giappone. Dove si contano decine di vittime per l’afa che si è abbattuta dalla scorsa settimana. Le anomalie sono evidenti anche in Italia dove il primo semestre 2018 è stato il terzo più caldo dal 1800 secondo Isac Cnr, che ha rilevato una temperatura superiore di 1,40 gradi rispetto alla media storica.
Il 2018 è il quarto anno più caldo di sempre
E’ evidente anche in Italia – sottolinea la Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento dopo che il 2017 si era classificato al sesto posto tra gli anni più caldi da 218 anni. Con una temperatura che era risultata di 1,16 gradi superiore alla media del periodo di riferimento. Peraltro nella classifica degli anni interi più caldi ci sono nell’ordine – precisa la Coldiretti – il 2015, il 2014, il 2003, il 2016, il 2007, il 2017, il 2012, il 2001, poi il 1994, il 2009, il 2011 e il 2000. Ma il 2018 è stato segnato in Italia anche da intense precipitazioni con nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate. Che hanno colpito a macchia di leopardo la penisola durante il semestre.
Gli effetti disastrosi dei cambiamenti climatici
L’estate è iniziata con la caduta del 124% di pioggia in più a giugno. Dopo che la primavera ha fatto segnare una anomalia del +21% rispetto alla media storica, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr. Sono gli effetti – sottolinea la Coldiretti – dei cambiamenti climatici in atto, che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo. Uno sconvolgimento che impatta duramente sull’attività agricola. Dall’inizio dell’anno ammontano a oltre mezzo miliardo i danni provocati dal maltempo all’agricoltura con coltivazioni distrutte, alberi abbattuti e aziende allagate. Ma anche corsi d’acqua esondati, frane e smottamenti.