PALERMO – Quando gli interessi economici vanno al di là di ogni cosa. Una storia che ha dell’incredibile. Una truffa in grande stile alle assicurazioni che avrebbe portato i protagonisti ad incassare assegni per migliaia di euro.
Lesioni di ogni tipo a vittime consenzienti
Ma questa volta non si parla solo di incidenti fasulli, qui si è andati oltre con mutilazioni di braccia e gambe a persone consenzienti che avrebbero poi dichiarato che le stesse erano conseguenza di incidenti stradali. E poco importava se quelle lesioni li avrebbero costretti a muoversi per sempre su una sedia a rotelle o zoppicanti su stampelle. L’obiettivo principale era incassare assegni a tre zeri da parte delle assicurazioni. Accadeva a Palermo ad opera di due organizzazioni criminali per le quali la polizia ha dato esecuzione a undici provvedimenti di fermo emessi dalla procura locale.
Le indagini e la scoperta di una persona morta a seguito delle violenze subite
Una pratica macabra, senza dubbio molto dolorosa che in un caso avrebbe portato alla morte di uno dei protagonisti. Le indagini hanno potuto collegare a questa assurda attività la morte di un tunisino nel gennaio dello scorso anno. Morte apparentemente avvenuta in seguito ad un incidente stradale ma che invece, come poi verificato, sarebbe stata conseguenza delle fratture provocate con l’obiettivo di simulare un incidente e ottenere il denaro dalle compagnie assicurative. Come detto le vittime delle lesioni era consenzienti. Si trattava per lo più di persone con problemi di alcol, droga, disturbi psichici o in gravissime difficoltà economiche.
Anestetici dall’ospedale
Insomma soggetti disposti a tutto pur di ottenere, per motivi diversi, delle somme denaro. Anche a subire violenze di ogni tipo consapevoli che con un danno fisico ‘devastante’ il rimborso sarebbe stato importante. Criminali incalliti, persone in estrema difficoltà ma anche personale medico. Perché era dall’ospedale di Palermo che arrivavano le dosi di anestetico per lenire il dolore dopo fratture e mutilazioni. Precisamente da una donna, infermiera presso il nosocomio palermitano, anche lei fermata dalla polizia.