Pd, Sarracino: “Appello per il riscatto di Napoli, inviterò tutti ad una conferenza programmatica”

Il portavoce di Orlando apre al mondo di De Magistris e LeU e lancia la sfida: "Dialogo con le forze vive della città come le associazioni dei maestri di strada, gli imprenditori che investono nel nostro territorio, gli intellettuali per costruire un nuovo vocabolario della sinistra"

Marco Sarracino Pd Partito Democratico
Marco Sarracino Pd Partito Democratico

NAPOLI – Già segretario dei Gd e candidato alle primarie Pd a sindaco di Napoli contro Valeria Valente e Antonio Bassolino, Marco Sarracino non ha mai ceduto alle sirene renziane. Quasi trentenne, sogna e lavora per una svolta della sinistra a la Corbyn e Sanders. Non si rassegna al dualismo De MagistrisDe Luca e tratteggia un Pd diametralmente opposto all’asse Lega-5Stelle.

Sarracino, il Pd è stato al governo cittadino con la Iervolino ma, dalla sua nascita ad oggi, non ha mai vinto le elezioni comunali.
“Il Pd non ha mai vinto dal 2011 ad oggi per svariati motivi. Provengono proprio da quelle gestioni comunali precedenti al 2011. Eravamo al governo di Regione e Comune e veniamo ancora oggi ricordati come coloro che hanno portato un’immagine negativa di Napoli nel mondo. Non sta a me ricordare le scene della città sommersa dai rifiuti. Un altro motivo risiede nell’incapacità di presentare una proposta politica di discontinuità e cambiamento. Il mix di questi due fattori, accompagnato da scelte nazionali sbagliate, ha provocato la peggiore sconfitta della storia del centrosinistra napoletano”.

Veniamo all’oggi. Cosa farebbe un sindaco Pd a Napoli?
“Mettere in campo un’azione partendo dai luoghi in cui il Pd ha preso percentuali più basse. Il governo Lega-m5s nel ‘Milleproroghe’ cancella quelli che sono stati i fondi per le periferie. Di fronte ad un Governo che toglie risorse dobbiamo sostenere politicamente chi non ce la fa. Non solo Scampia, che grazie al tessuto associativo molto forte è riuscita a resistere all’impoverimento. Ma penso a Barra, a San Giovanni, a Ponticelli in cui dispersione scolastica e disoccupazione sono tra i più alti d’Europa. Il problema di questa amministrazione è che ha ‘rimpicciolito’ il centro e ingigantito le periferie. Ad esempio il Vasto, che è diventata una periferia pur trovandosi al centro di Napoli. Poi ripartirei dal dialogo con le forze vive della città come le associazioni dei maestri di strada, gli imprenditori che investono nel nostro territorio, gli intellettuali per costruire un nuovo vocabolario della sinistra. Il Pd dovrebbe chiamarli per una grande conferenza programmatica. Se non lo farà, la organizzerò. Poi una grande chiamata collettiva per il riscatto di Napoli per una città capace di dimostrare il proprio valore nel mondo. Valorizzazarne le bellezze ma al tempo stesso rilanciare i valori di solidarietà, accoglienza e integrazione. Per fare tutto questo occorre riunire un campo. Chi parla con quelli di Leu ad esempio? Temo di essere l’unico”.

I fatti del Vasto sono sotto gli occhi di tutti. C’è un emergenza razzismo legata all’immigrazione?
“In Italia non esiste un problema legato all’immigrazione. Esiste un problema legato al razzismo. Su questo dobbiamo avere parole chiare e nette, non possiamo imitare la destra. Il dato del 4 marzo dimostra che a furia di scimmiottare destra e populisti la gente preferisce l’originale. Uno dei più grossi errori che stiamo facendo è quello di aver denigrato la paura e il disagio sociale. Una persona che è nata 30anni fa in città o in una periferia è sempre stata abituata a conoscere le stesse persone, vedere gli stessi negozi. Col fenomeno migratorio è tutto cambiato nel giro di pochissimo tempo. Il tuo vicino è ‘diverso’: per cultura, religione, costumi e lingua. Abbiamo il dovere di spiegare perché ciò avviene. Gran parete della politica, anziché far comprendere ha soffiato sul fuoco, hanno detto che i nostri mali sono colpa dei migranti. E’ una fake news. Prendiamo i 12 braccianti morti in Puglia: chi raccoglie i pomodori, gli italiani? Non tolgono il lavoro a nessuno. Il dovere è sviluppare politiche di integrazione spiegando il perché avvengono queste cose e facendo politiche di crescita collettiva. Senza soffiare sulla paura ma senza denigrarla. La politica deve rispondere spiegando e governando i fenomeni”.

Cuperlo e Orlando hanno ‘aperto’ a Dema, il Pd è all’opposizione. Come giudica l’amministrazione e come comportarsi con il sindaco?
“Cuperlo e Orlando hanno detto una cosa semplice, che condivido. Avanti alla nascita del governo più a destra della storia e alla saldatura Lega-5Stelle, è necessario costruire un fronte largo che possa tenere botta all’egemonia culturale che in questo momento ha la Lega. Egemonia che si basa su un’ideologia xenofoba e razzista. Nessuno ha mai parlato di un ingresso del Pd in maggioranza. Ma il Pd dovrebbe porsi il problema del perché la maggioranza dei mondi che sostengono De Magistris gravitavano attorno al Pd. Io con quei mondi continuo ad avere dei buoni rapporti e vorrei che tornassero con noi. Altri pensano che il Pd possa vincere isolandosi, relegandosi all’irrilevanza. Sono gli stessi che ci hanno portato all’11%. I limiti amministrativi di questa amministrazione sono evidenti. Dal trasporto alla raccolta differenziata fino al welfare. Queste cose vanno contrastate e dette con forza. Ma il Pd ha il dovere di uscire dalla contraddizione istituzionale che la Città Metropolitana ci sottopone ogni giorno”.

E su Vincenzo De Luca?
“Inutile parlarne. Porterà a termine il mandato come ha sempre fatto: in solitaria. Ma sia chiara una cosa: non tutti lo dicono ma tutti sanno che non sarà lui il candidato in grado di farci vincere le elezioni”.

Cantalamessa ha tratteggiato l’azione leghista. La Lega può sfondare a Napoli?
“Può sfondare se il centrosinistra mette in contrapposizione il sentimento della paura con il sentimento della speranza. La missione di un centrosinistra moderno è dare la possibilità di far convivere gli ultimi con i primi. Dare giustizia sociale, combattere le diseguaglianze, difendere chi non ce la fa. Se non faremo queste cose la Lega può vincere”.

Renzi al Sud non ha sfondato. A Napoli la rottamazione ha fallito. Lei è stato depennato dalle liste nella notte dei ‘lunghi coltelli’ del Pd. Dove ha fallito, come ricostruire?
“Ci sono due problemi: di linea politica e di chi deve interpretarla. Siamo stati deficitari in entrambe le cose. Se parli di un paese in via di sviluppo o solo delle eccellenze mentre povertà e diseguaglianze crescono, chi non è oggetto della ripresa (la maggioranza del paese e la stragrande maggioranza del Sud come,dimostra l’ultimo rapporto Svimez) è ovvio che scatenerà la propria rabbia contro di te fino a non votarti. Renzi è riuscito a far litigare il Pd con sindacati, mondo del lavoro e scuola, la pubblica amministrazione e con i giovani. Con tutti insomma. Ad interpretare questa fase a Napoli e in Campania abbiamo avuto un gruppo dirigente arrogante e in qualche caso anche inadeguato e impreparato. Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti. Cambieremo tutto già dal prossimo congresso regionale”.

 

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