PISA – Un’operazione contro lo sfruttamento della prostituzione ha portato all’esecuzione di quattro provvedimenti cautelari. Le accuse sono di associazione a delinquere e, appunto, sfruttamento della prostituzione. Le ordinanze di custodia cautelare sono state eseguite a Pisa, Viareggio, Massarosa in provincia di Lucca e Livorno. E’ stata un’indagine durata circa due anni quella portata a termine dai carabinieri del Nucleo investigativo di Pisa.
L’operazione ha fatto emergere un importante indotto economico basato sullo sfruttamento di una trentina di transessuali brasiliani che venivano costretti a prostituirsi in strada proprio nel Pisano. A sfruttare i trans erano altri transessuali brasiliani in affari con alcuni italiani, per un business da centinaia di migliaia di euro all’anno. Secondo la ricostruzione venivano anche organizzati viaggi e allestiti appartamenti per ospitare l’attività.
I viaggi organizzati e le case utilizzate per l’attività illecita
Un’operazione che ha ricordato da vicino un’altra recente portata a termine a Napoli. In quel caso l’organizzazione risultava guidata da una donna e portò all’arresto di 8 componenti. Erano accusati a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’estorsione e all’usura e di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Le indagini, effettuate dai carabinieri e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, hanno permesso di scoprire l’esistenza nell’area est del gruppo che aveva legami con esponenti del clan Mazzarella.
Il precedente dell’operazione a Napoli
Gli indagati controllavano i trans che si prostituivano nella zona ai quali avevano assegnato una ‘postazione fissa’. Ne monitoravano gli spostamenti e gli orari, imponevano con violenza e minaccia il pagamento di 30 euro al giorno. Era quella la somma necessaria per esercitare tranquillamente il ‘mestiere’ nella zona. Uno degli indagati, con modalità imprenditoriali, prendeva in affitto immobili in rinomate località turistiche campane (in particolare a Ischia e Sorrento) mettendoli a disposizione di prostitute e transessuali per l’attività. Esattamente come a Pisa.