Conti sequestrati alla Lega, Salvini pensa al partito ‘unico’ di centrodestra: è il ‘piano b’ in caso di rottura con i grillini

Ma anche il M5S ha l'exit strategy. Il 5 settembre il tribunale del Riesame di Genova deciderà sui sigilli alle casse del partito. In caso di conferma, Salvini si ritroverebbe un partito bloccato. E il timore è che i sequestri vengano estesi anche alle segreterie regionali

MILANO – E’ in campagna elettorale 365 giorni all’anno. Per Matteo Salvini la caccia al voto non è finita il 4 marzo scorso. Continua fino alle europee del 2019. E andrà oltre, affrontando urna dopo urna. Al vicepremier però serve un partito. Perché quello che guida adesso rischia di essere letteralmente svuotato dalla magistratura. Non di contenuti, per carità. Ma di soldi. Mercoledì prossimo, infatti, il tribunale del Riesame di Genova, su rinvio della Cassazione, affronterà il sequestro dei conti della Lega.

Conti sequestrati

Se dovessero essere confermati i sigilli, Salvini si ritroverebbe un partito bloccato, inagibile. E il timore è che i sequestri vengano estesi anche alle segreterie regionali. Il ministro degli Interni paga gli errori di Francesco Belsito e Umberto Bossi: entrambi sono stati condannati per truffa, ma le loro vicende giudiziarie fisiologicamente hanno coinvolto anche la compagine politica che avrebbero usato per raggirare lo Stato: la Lega.

Il piano B

Il piano B c’è. Quale? Creare un nuovo partito. Mettere una pietra su ciò che è stata la Lega e fondarne uno nuovo. Resta da capire se dargli un limite simile a quello tracciato oggi, oppure ‘allargarlo’, cercando di riuscire dove hanno fallito Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi.

Il capo del Viminale potenzialmente è nella condizione di creare il partito ‘unico’ del centrodestra. Forza Italia è debole, Fratelli d’Italia piccolo: lanciare un’opa su entrambi è fattibile.

Andare oltre la Lega per Salvini significherebbe rafforzarsi, togliersi dall’angolo. Il Movimento 5 Stelle ora ha più parlamentari. Cinque mesi fa ha mostrato di avere anche più voti. Un centrodestra unito sotto un’unica sigla andrebbe a riequilibrare i rapporti con i grillini. Il patto pentaleghista non è eterno. Le frizioni al suo interno sono evidenti.

Le frizioni nell’allenza

Alcune correnti del Movimento sono diametralmente opposte a quelle salviniane. Ma entrambi gli schieramenti hanno un’alternativa in caso di divorzio. Il ministro degli Interni, supervisionato dalla ‘mente’ Giorgetti, è pronto a fagocitare le macerie del centrodestra ripresentando il progetto Pdl 2.0. Grillo ha in garage il politico che non si è ‘sporcato le mani’ stringendo l’accordo con la Lega: Alessandro Di Battista. E’ il viso ‘pulito’ da lanciare se Luigi Di Maio dovesse fallire.

 

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