AGRIGENTO – Lo ha consegnato questa mattina, in un plico sigillato. Il fascicolo d’inchiesta a carico di Matteo Salvini ora è nelle mani del procuratore di Palermo. Luigi Patronaggio, numero uno degli inquirenti girgentani, lo ha affidato ad un ufficiale della Guardia Costiera che a sua volta lo ha portato a Fracesco Lo Voi.
I tempi
Il procuratore di Palermo avrà quindici giorni di tempo per valutare gli atti contenuti in quel plico. Studierà l’incartamento, decidendo se confermare l’impianto accusatorio, smussarlo o ridimensionarlo. Successivamente toccherà al tribunale dei ministri. I tre giudici che compongono il collegio entro tre mesi potranno eseguire anche altri approfondimenti sul caso interrogando le persone coinvolte nell’indagine: potranno fare domande sia a chi avrebbe commesso i presunti reati, in questo caso Matteo Salvini, sia alle ‘vittime’, cioè i migranti che per diversi giorni sono stati bloccati sulla Diciotti.
Le contestazioni
A Salvini viene contestato il sequestro di persona a scopo di coazione. Per il procuratore Patronaggio il capo del Viminale avrebbe trattenuto sulla nave i 177 migranti per costringere l’Ue a redistribuirli tra i suoi membri.
Il ministro è indagato anche per arresto illegale, omissione di atti d’ufficio e abuso d’ufficio. Quest’ultima ipotesi, sostiene l’accusa, si sarebbe consumata violando per otto volte alcune norme della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e altre regole internazionali. Salvini si è mostrato sereno.Ieri ha etichettato le nuove contestazioni come ‘medaglie’. Ha già fatto sapere che vorrà essere interrogato dai giudici.
E adesso dice di non aver tempo neppure più per Macron: “La polemica è finita. La pensiamo in modo diverso su banche, Libia e immigrazione. Se continua ad insultarmi ogni giorno posso solo dirgli di essere più umano ai confini con l’Italia”.