TORINO – Era arrivato in Italia per completare gli studi. Un ragazzo in gamba, capace all’università, ma dedito anche al divertimento. Quello sano, senza mai oltrepassare i limiti. Era così Alvaro, il giovane che ieri sera è morto sulle scale mobili della metropolitana.
La prima ricostruzione
Ancora tanti dubbi avvolgono la dinamica della tragedia che si è verificata alla fermata di corso Dante. È scivolato, forse, ma quel che è certo è che è precipitato al piano di sotto e quel volo gli è costato la vita. È morto così Alvaro Gosswieler, questo il nome completo del 29enne originario della Bolivia, arrivato a Torino per completare gli studi in ingegneria civile. Era con un gruppo di amici i quali non hanno potuto far niente per evitare quella tragedia. Anche la chiamata al 118 è stata inutile. I soccorsi sono arrivati pochi minuti dopo l’allarme lanciato dai ragazzi ma, una volta sul posto, i medici non hanno potuto far altro che accertarne la morte.
Le indagini delle forze dell’ordine
All’altezza di quelle scale mobili sono arrivati poco dopo anche gli agenti di polizia che, graziealle testimonianze dei presenti, hanno ricostruito l’accaduto. Sembra dunque che il ragazzo si sarebbe seduto sulla guida della scala mobile (‘pratica’ diffusa tra i giovani ma molto pericolosa) e avrebbe perso l’equilibrio. Da lì il volo, di un piano, terminato sbattendo violentemente la testa contro il pavimento. Visionati pure i filmati delle telecamere di sorveglianza per comprendere l’esatta dinamica e se si sia trattato di un incidente o ci possa essere il coinvolgimento di terze persone. Una serata maledetta per Alvaro che si stava recando ad una festa in zona Lingotto ma che cercando il divertimento ha trovato la morte. Disperato il papà del ragazzo che, contattato dalle forze dell’ordine, è stato tra i primi ad arrivare sul luogo della tragedia.