ROMA (Mino De Vita) – Veicolare la droga attraverso i social network. E’ questa la nuova frontiera dei pusher. Nell’immaginario collettivo, i luoghi dello spaccio degli stupefacenti non sono più le vecchie stazioni fatiscenti e in disuso, o posti impervi tra boscaglie ai margini delle città, lontani dai controlli delle forze dell’ordine, ma la criminalità organizzata ha creato veri e propri spazi virtuali nel web per i propri traffici illeciti.
Dunque i social non sono esclusivamente arene di dibattiti tra buonisti e razzisti. Di terzomondisti e sovranisti. Non solo album fotografici di idilliache vacanze in luoghi nostrani o tropicali. Ma anche un grande mercato aperto alla pubblicità di sostanze illegali.
Le “vetrine della vergogna”
Qualcuno ha definito i social “vetrine della vergogna”. Infatti sono rivelati dei più influenti strumenti per il marketing dei farmaci. Impareggiabili veicoli di pubblicità semplici ed immediati. Diretti soprattutto alle fasce più giovani del mercato. Basano i propri messaggi sugli aspetti visivi e, grazie alla possibilità di accedervi attraverso account anonimi. Tutto questo li ha reso un potente mezzo di promozione di sostanze dopanti e stupefacenti.
La tecnica usata è quella di postare foto delle droghe etichettandole con gli hashtag convenzionali. Cioè le pubblicità di alcuni dei più grandi marchi, tra questi Target, Chase e Procter & Gamble…
Non è una novità che le organizzazioni criminali si servano dei social come canali di comunicazione per loro traffici illeciti. Di tutto ciò le società di gestione delle piattaforme sono al corrente e da tempo stanno tentando di bloccare gli hashtag adoperati ai fini dello smercio della droga.
La Food and Drug Administration
Negli ultimi mesi, la Food and Drug Administration, cioè l’agenzia statunitense preposta al controllo e alla supervisione sugli alimenti e sui farmaci, ha dichiarato che queste nuove tecniche di marketing della morte hanno causato, nei soli Stati Uniti, circa 40.000 morti nel 2017. Il j’accuse nei confronti delle società di Internet è quello di non prendere provvedimenti seri ed energici nei confronti non solo di questo fenomeno, ma di tutte le inserzioni che diffondono contenuti illeciti – dalla pubblicità delle droghe alla disinformazione e ai discorsi di incitamento all’odio razziale e politico.
Hashtag e algoritmi
Le funzioni più comuni dei social, come gli hashtag e gli algoritmi, forniscono feed personalizzati. Esercitano una pressione psicologica soprattutto sulle persone più giovani e dunque più vulnerabili, esponendole al pericolo della tossico dipendenza.
Da Facebook, che detiene il controllo di Instagram, fanno sapere che si sta prestando attenzione al caso anche se, ammettendo una loro carenza, non hanno ancora gli strumenti per smascherare chi c’è dietro a ogni post, tuttavia l’azienda si sta impegnando ad eliminare tali fenomeni.