Vibo Valentia, sequestrata dal compagno: picchiata per 17 ore

Brutta storia in una famiglia calabrese

Vibo Valentia (LaPresse) – Alle prime ore di questa mattina i carabinieri di Vibo Valentia stanno eseguendo in Calabria e in Emilia Romagna un provvedimento cautelare nei confronti di tre indagati per aver sequestrato una 40enne e per averla contestualmente picchiata ripetutamente per oltre 17 ore con calci, pugni e bastoni.

Lo scorso 23 settembre un giovane di 20 anni aveva sporto denuncia al comando di Rombiolo (VV) per la presunta scomparsa della madre. Ricevuta la segnalazione, i militari hanno avviato subito le ricerche attivando i colleghi di Jonadi (VV), ultimo domicilio comunicato al figlio da parte della madre. I carabinieri di Filandari (VV) hanno anche contattato telefonicamente il convivente della vittima il quale, durante la conversazione, si dimostrava stranamente poco interessato alla vicenda.

I militari, insospettiti, hanno raggiunto l’abitazione. Trovandosi innanzi ad una situazione poco chiara. L’uomo contattato poco prima telefonicamente stava trasportando a bordo della propria vettura proprio la donna che gli inquirenti stavano cercando.

Impacciato e colto di sorpresa, l’uomo ha spiegato ai carabinieri che, dopo la loro telefonata, si era messo alla ricerca della compagna. L’aveva ritrovata riversa per strada in stato di semi coscienza, con evidenti ecchimosi sul volto. In quel momento la stava trasportando in ospedale a Vibo.

Brutta storia in una famiglia calabrese

La donna, in codice giallo al pronto soccorso, aveva tumefazioni e lividi sparsi su tutto il corpo. Ed anche profondi solchi sui polsi e sulle caviglie come evidenti segni di legatura, ed era scalza.

La donna ha raccontato al comandante del nucleo operativo di essere stata prelevata per strada. E trasportata in un capannone agricolo dove era stata picchiata e seviziata. Partendo dalle sue dichiarazioni i carabinieri hanno avviato una serie di perquisizioni su luoghi e veicoli che erano stati potenzialmente utilizzati per compiere il delitto, rinvenendo due corde, un rotolo di nastro da pacchi verosimilmente utilizzati dagli autori per immobilizzare la vittima ed impedirle di parlare.

Le ricerche sono state estese anche nei magazzini nella disponibilità della famiglia del compagno della donna dove sono state ritrovate anche le scarpe della vittima. Le prove raccolte e alcune dichiarazioni di testimoni hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda: il convivente della malcapitata, insieme ai propri fratelli erano i responsabili della triste storia.

Il movente è da ricondurre alla contrarietà del compagno della donna e dell’intera famiglia ad avere in casa i due figli della vittima, avuti da due precedenti relazioni.

Uno dei 3 uomini è stato catturato a Bologna, dove aveva fatto rientro all’indomani del sequestro. Gli indagati si trovano ora in carcere. Nella triste vicenda risultano coinvolti anche 3 bimbi in tenera età, figli della coppia, i quali – con le dovute cautele – sono stati prelevati dall’abitazione dell’uomo ed affidati alla madre.

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