‘Caso’ Lucano, è battaglia politica dopo l’arresto

Continuano le polemiche dopo l’arresto del sindaco di Riace Domenico Lucano accusato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina

RIACE – Il ‘caso‘ Domenico Lucano tiene ancora banco. Non si è sopito il ‘fronte di sostegno’ nei confronti del sindaco di Riace arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Anche oggi la tenzone politica ha tenuto banco. Dopo un lungo silenzio è rispuntato Nichi Vendola che ha affermato: “Lasciamo stare i matrimoni combinati, perché sarebbe solo una commedia all’italiana se sullo sfondo non ci fosse una tragedia italiana e globale. In una regione martoriata dal partito mafioso della ‘monnezza’, in una terra ferita dai traffici e dallo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, in una Calabria dove per decenni troppi servitori dello Stato e troppi magistrati hanno praticato la politica dello struzzo, non vedendo mai nulla, o fingendo di non vedere, talvolta vendendosi a poteri di tenebra, ora hanno finalmente trovato il nemico della legalità: Mimmo Lucano, il sindaco dell’accoglienza”.
 
Scotto: Salvini ha messo la firma su questo arresto
 
Il contraltare rappresentato da Roberto Fico, il presidente della Camera è stato di poche parole: “Le buone pratiche vanno valorizzate” ha affermato rispondendo alle domande dei giornalisti sul tema migrazione e Riace. “Criminalizzare Riace è sbagliato e ipocrita. Andrebbero apprezzati gli sforzi del sindaco Lucano per provare a dare risposte, mentre da anni non c’è un progetto nazionale sull’accoglienza e le buone pratiche delle città sono state a malapena tollerate” ha affermato Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali di Milano e regista dei progetti di accoglienza nel capoluogo lombardo che  denuncia che la politica ha voltato le spalle alle amministrazioni locali impegnate per l’integrazione dei migranti. “Mi pare che Salvini ci abbia messo la firma su questo arresto – ha affermato Arturo Scotto di LeU -. E’ da mesi che bombarda il modello Riace, è da mesi che da eletto in Calabria parla esclusivamente di questa come un’anomalia senza citare i problemi legati alla malavita”.
 
Di Maio: evitiamo di enfatizzare dei modelli, che poi vengono arrestati
 
Ma non sono intervenuti solo i politici, nella vicenda. “Colgo con preoccupazione un rischio che si corre quello della strumentalizzazione di questa notizia per denigrare e delegittimare l’operato di tante associazioni, cittadini e volontari che quotidianamente si dedicano anima e corpo all’accoglienza dei migranti” – ha affermato il sostituto procuratore nazionale antimafia, Nino Di Matteo – Dietro questa inchiesta non si deve sviluppare un sentimento di diffidenza nei confronti di chi si dedica all’accoglienza dei migranti”. E’ intervenuto persino Luigi D’Alessio, procuratore della Repubblica di Locri, affermando: “Bisogna scindere la persona Lucano, dall’idea che Lucano ha posto in essere a Riace. Perché sull’idea si può discutere, si può dibattere. C’è chi dice che l’accoglienza non va bene, c’è chi dice che l’accoglienza è l’unica strada possibile. Il problema è la realizzazione di quell’idea. Non possiamo consentire, come Stato italiano e con Costituzione italiana, che qualcuno persegua un’idea passando bellamente sopra i principi e sopra i principi, sopra le norme. Altrimenti consentiremmo a chiunque di praticare i propri convincimenti infischiandosene delle leggi”.  “Evitiamo di enfatizzare dei modelli, che poi vengono arrestati” ha invece chiosato Luigi Di Maio.

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