Usura, truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Tre arresti ai Castelli Romani

Sono più di 50 i casi accertati dalla guardia di finanza

ROMA – I finanzieri del comando provinciale della capitale hanno eseguito alle prime luci dell’alba un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.

I provvedimenti

Emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Velletri, il provvedimento ha visto come destinatari 3 soggetti residenti nella zona dei Castelli romani. Secondo gli inquirenti gli stessi sarebbero responsabili a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata all’usura ed all’esercizio abusivo dell’attività finanziaria, truffa e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

In tutto una quindicina di soggetti coinvolti e oltre 50 casi certi

Sono stati gli stessi militari dell’Arma a fornire i dettagli di un’operazione che ha coinvolto, a quanto pare, persone già note alle forze dell’ordine. Le stesse, grazie anche alla accertata collaborazione di altri 10 soggetti, gestivano numerosi prestiti di denaro con tassi di interesse impressionanti. Capaci di arrivare, in alcune circostanze, anche al 223% all’anno. Un’organizzazione già strutturata e ben radicata sul territorio. Da anni l’attività principale era quella di erogare prestiti a piccoli imprenditori, artigiani e commercianti locali oltre che a persone in precarie condizioni di salute fortemente bisognose. L’indagine delle fiamme gialle, nonostante i tre arresti, sembrerebbe coinvolgere più persone in un totale di oltre 50 situazioni documentate.

La truffa all’Inps

Per quel che riguarda uno dei tre, considerato il capostipite nonché il promotore dell’organizzazione in questione, era stato anche dichiarato invalido civile al 100%. Per lui, infatti, una cartella ‘clinica’ molto chiara secondo la quale sarebbe stato affetto da patologie di tipo psichiche, articolari e cardiache. E proprio per questo motivo da anni aveva avuto la possibilità di percepire indebitamente l’indennità di accompagnamento e di mettere dunque in atto una truffa ai danni dell’Inps per un totale di circa 70mila euro. Le accuse parlano anche di un’attività dedita a favorire la permanenza in Italia di un uomo di origine marocchina più volte arrestato e gravato da due decreti di espulsione. Un finto matrimonio, con tanto di compiacenti testimoni, per arrivare all’obiettivo stabilito.

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