Dl Sicurezza, cosa chiedono Nugnes e De Falco negli emendamenti della discordia

Diversi parlamentari non sono d'accordo con alcune frasi pronunciate da Salvini

Paola Nugnes

Roma (LaPresse) – Tra dichiarazioni perentorie (“non la voto neanche con la fiducia”, Matteo Mantero) e altre più concilianti (“qualche miglioria c’è”, Gregorio De Falco), il decreto su sicurezza e immigrazione continua a veleggiare in acque tormentate verso l’aula di Palazzo Madama, dove dovrebbe approdare lunedì 5 novembre. E dove lo aspettano i voti contrari di 5 pentastellati che dissentono su diverse norme nel pacchetto uscito dal Viminale. Ma potrebbero esserci colpi di scena e compromessi dell’ultimo minuto, con emendamenti chiamati della discordia.

Il testo, cui tiene moltissimo il ministro dell’Interno Matteo Salvini, è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato. Ma è rimbalzato (e forse ‘tenuto in ostaggio’) anche nella commissione che si occupa di Bilancio. Che deve dare pareri sulle coperture. Nella prima assise, l’esame è inizialmente andato spedito. Arrivando quasi alla fine dei 38 articoli del decreto (tenendo però da parte gli emendamenti su quelli più ‘caldi’). La commissione Bilancio, invece, ha preso un po’ di tempo per esaminare le ripercussioni economiche. O, secondo i maligni, per permettere ai pentastellati di confrontarsi sulle divergenze.

La senatrice M5S Paola Nugnes, in prima linea tra i ‘dissidenti’, l’aveva detto chiaro. Vengono raccontate “cose che non ci sono nel decreto. Come quella che dice che ci adopereremo per i rimpatri e per avere gli accordi”. Sono quindi arrivati diversi emendamenti firmati dalla stessa Nugnes. Assieme ai colleghi pentastellati Gregorio De Falco, già responsabile della capitaneria di porto di Livorno, e ad Elena Fattori, Virginia La Mura e Matteo Mantero.

Diversi parlamentari non sono d’accordo con alcune frasi pronunciate da Salvini

Il quintetto, ad esempio, ha presentato un emendamento che chiede l’abrogazione totale dell’articolo 12 del decreto. Questo interviene sul Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Restringendolo ai soli titolari di protezione internazionale e ai minori stranieri non accompagnati. Ed escludendo invece i richiedenti, come è previsto al momento.

Un altro emendamento, catalogato con il codice 1.16, vuole la modifica dell’articolo 1. Quest’ultimo rimpiazza la protezione umanitaria attualmente vigente con una protezione speciale da assicurare, ad esempio, alle vittime di violenza domestica. La modifica proposta da De Falco e Nugnes contempla la possibilità di estendere temporalmente tale protezione per la durata di almeno un anno, cosa non prevista dal testo uscito dal Viminale.

Altro nodo molto spinoso è all’articolo 10, secondo cui il questore dà tempestiva comunicazione alla Commissione territoriale competente per le richieste d’asilo nel caso in cui il migrante richiedente sia sottoposto a procedimento penale per un reato di particolare gravità. Ricevuta la comunicazione, la Commissione procede “nell’immediatezza” all’audizione dell’interessato. E si “adotta contestuale decisione”, fermo restando che “il richiedente ha, in ogni caso, l’obbligo di lasciare il territorio nazionale, anche in pendenza di ricorso avverso la decisione della Commissione”.

Mal di pancia tra i pentastellati

Gli emendamenti a firma Nugnes, De Falco e Mantero, invece, attutiscono questo processo, prevedendo ulteriore tempo nel caso in cui sia necessario “un esame adeguato e completo della domanda di protezione internazionale”.

Se c’è mal di pancia tra i pentastellati, Fratelli d’Italia, da quanto è filtrato negli ultimi giorni, potrebbe appoggiare il testo. Ma pure questo voto positivo, peraltro esterno alla maggioranza M5S-Lega, traballa. “Senza una discussione sugli emendamenti che abbiamo presentato, il mio Sì al decreto Sicurezza diventa difficile”, ha spiegato il senatore di FdI Ignazio La Russa, che ha comunque sottolineato che della questione “dovrò parlare con Giorgia Meloni, perché è una decisione che deve prendere il partito”.

Per quanto riguarda poi Forza Italia, Maurizio Gasparri ha allargato le braccia: “I nostri emendamenti su stanziamenti e assunzioni nelle forze dell’ordine sono stati bocciati”, e quindi “il provvedimento per ora non va bene”. “Non agiamo da soccorso a una maggioranza in difficoltà – ha detto Gasparri – non facciamo da stampella a nessuno”.

di Matteo Bosco Bortolaso e Dario Borriello

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