La produttività italiana è ferma al 1995 Boccia: “la sfida è capire se c’è una vera crescita”

Foto LaPresse - Vince Paolo Gerace

Milano– Produttività ferma al 1995 e indice Pmi servizi italiano alla prima contrazione da maggio 2016. Non sono così esaltanti i dati economici di giornata per il governo gialloverde che punta tutto su una previsione di crescita non dello “zero virgola”, ma dell’1,5% l’anno prossimo grazie alle misure della manovra.

Tra il 1995 e il 2017 – sono i numeri dell’Istat – la crescita della produttività del lavoro in Italia (+0,4%) è risultata decisamente inferiore alla media Ue (1,6%).

Dati che hanno suscitato il richiamo del presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, sulla legge di bilancio. “Noi vediamo che sulla crescita ci sono ancora segnali di grande debolezza e si deve lavorare su quel fronte più che tentare di rispondere all’Europa“.

Le parole del numero uno degli industriali dalla Fiera di Rho per l’inaugurazione di Eicma

È evidente che il governo ha messo nel conto la procedura d’infrazione, ha deciso di sforare e adesso la sfida è capire se c’è una vera crescita che rende sostenibile la manovra“.

Se l’Italia arranca, tassi di crescita in linea con la media europea, invece, sono stati registrati da Germania (1,5%), Francia (1,4%) e Regno Unito (1,5%).

La produttività totale dei fattori ha registrato in media una variazione nulla

La Spagna ha segnato un tasso di crescita dello 0,6%, di poco superiore a quello dell’Italia. Complessivamente, negli ultimi 22 anni, la produttività del lavoro è aumentata ad un tasso medio annuo dello 0,4% mentre quella del capitale è diminuita dello 0,7%.

Ci sono altri dati non molto incoraggianti in arrivo da Markit Economics

In Italia l’indice Pmi servizi si è attestato a 49,2 punti, in calo rispetto a 53,3 di settembre. Si tratta della prima contrazione dell’attività da maggio 2016. Gli analisti pronosticavano per il mese di ottobre un dato pari a 52,1 punti.

I costi operativi hanno indicato forti rialzi

E non solo. L’indice relativo al settore terziario ha indicato ad ottobre il primo peggioramento dell’attività in quasi due anni e mezzo. L’improvvisa flessione – fa sapere ancora Markit – si è verificata in concomitanza con l’incremento più lento dei nuovi ordini in una sequenza di espansione che dura da 44 mesi. Allo stesso tempo, le aziende hanno continuato a registrare la pressione sui margini di profitto vista la diminuzione delle tariffe per il nono mese consecutivo. Ciononostante, la fiducia ha mantenuto valori elevati.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome