M5S, da Confindustria ci aspetteremmo il mea culpa per gli stipendi troppo bassi

Fabio Cimaglia / La Presse in foto Luigi Di Maio, Riccardo Fraccaro

Roma – “Nel corso dell’audizione sulla manovra è intervenuto alla Camera il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. In riferimento alla polemica sulla mancanza di proporzionalità tra i 780 euro del Reddito e gli 830 euro di stipendio di un giovane impiegato, ci saremmo aspettati un mea culpa.

I 780 euro mensili sono  la soglia di povertà sancita da Eurostat

“Se come evidenzia il presidente di Confindustria oggi un giovane impiegato deve accettare uno stipendio che gli permette a mala pena di vivere al di sopra della soglia di povertà è perché il sistema economico non sta funzionando come dovrebbe. Questa triste realtà non può essere utilizzata in modo strumentale per attaccare una misura quale il Reddito di Cittadinanza che va a sanare una situazione sociale disastrosa. Cinque milioni di italiani vivono in povertà assoluta a causa delle politiche fallimentari di questi anni.

Milioni di persone escluse dal circuito lavorativo

Lo scopo della riforma è proprio di recuperare questa forza lavoro che ad oggi è inutilizzata. Non si tratta di un disincentivo a lavorare ma di un incentivo a rimettersi in gioco, a formarsi per i lavori di domani, a impegnarsi in servizi socialmente utili per la propria comunità”. Ad affermarlo sono i deputati della Commissione Bilancio della Camera del MoVimento 5 Stelle.

Per quanto riguarda il superamento della Fornero con Quota 100, siamo convinti che si potranno liberare migliaia di posti di lavoro per i giovani. A confermarlo sono state le grandi imprese partecipate, che riunite al tavolo convocato dal presidente del Consiglio Conte hanno assicurato che il rapporto di sostituzione può spingersi anche fino a 1 a 3.

Ricordiamo inoltre al dottor Boccia come lo stesso Boeri, già da presidente dell’INPS prima che iniziasse ad attaccare il Governo del Cambiamento, in un articolo scientifico sosteneva come la Riforma Fornero si fosse rivelata un ostacolo all’accesso al mondo del lavoro dei giovani. Tuttavia, duole dirlo, non ci stupisce che il Presidente di Confindustria sostenga che da parte del mondo che lui rappresenta non vi sia interesse a rinnovare e ringiovanire gli organici delle proprie imprese: basta osservare la desolante situazione in campo di innovazione e investimenti tecnologici in cui versa il nostro Paese per capire quanta poca lungimiranza e sguardo verso il futuro vi sia da parte di una certa parte del mondo imprenditoriale italiano.

Fortunatamente c’è un’Italia viva che ha voglia di guardare al futuro, ai giovani e all’innovazione. Infine, ci fa piacere che il Presidente Boccia constati come in questi anni di austerità il debito pubblico sia salito e che negli ultimi quattro anni, a differenza degli altri Paesi, non sia sceso.

“Occorre invertire la rotta con misure espansive che tornino a scommettere sul lavoro

A questo punto ci aspetteremmo una presa di posizione sui fallimenti delle politiche di austerità che in passato la stessa Confindustria ha fortemente sostenuto. L’unica via per riportare fiducia, crescita e riduzione del debito pubblico è abbandonare le politiche sbagliate del passato, sonoramente bocciate dagli elettori il 4 marzo“, concludono i deputati.

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