Milano – L’affaire alta velocità Torino-Lione si è trasformato in un fuoco incrociato di tutti contro tutti. Bruxelles ha lanciato moniti al governo, gli imprenditori si sono scagliati contro il ministro Toninelli, che a sua volta ha risposto rimandando le accuse alle associazioni di categoria.
Da una parte la Commissione Ue ha infatti ammonito ancora una volta l’Italia su un possibile taglio dei fondi europei se ci saranno nuovi ritardi nella realizzazione dell’opera, mentre dall’altra il commissario straordinario di governo per il Tav, Paolo Foietta, ha avvertito della necessità di far partire le gare d’appalto a dicembre o scatterà un danno per le casse dello stato da 75 milioni di euro al mese.
In questo scenario, anche i rappresentati del mondo imprenditoriale hanno iniziato a far sentire la propria voce, dopo la presenza silenziosa, e senza bandiere, alla manifestazione di sabato scorso a Torino, una delegazione di Confindustria Piemonte ha raggiunto il cantiere di Saint Martin La Porte, nella regione della Savoia in Francia, “per fare quello che spetterebbe al ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli”.
Ovvero, andare sul luogo dei lavori, verificare il loro avanzamento, parlare con i responsabili e ragionare sull’impatto infrastrutturale che l’opera avrà sul Paese nel lungo periodo, “anziché dire che l’opera non esiste e fare disinformazione”, come ha dichiarato il presidente, Fabio Ravanelli.
Stesso invito lanciato dal presidente dell’Unione Industriale, Dario Gallina, a Toninelli e alla sindaca Chiara Appendino.
A Saint Martin La Porte è stata realizzata, nella prima fase di attività tra il 2003 e il 2010, una discenderia ed è attualmente in corso lo scavo di un tunnel geognostico che rappresenta, per asse e diametro, i primi 9 km del futuro tunnel di base del Moncenisio.
L’avanzamento di questo scavo è arrivato al completamento dei due terzi dei lavori programmati e procede al ritmo 18 metri al giorno in direzione dell’Italia. Scavo che, invece, per Toninelli, non esisterebbe. Anzi, il ministro si è detto orgoglioso di non voler spendere dei soldi per “un’opera che dopo decenni di discussioni non ha ancora visto scavare un centimetro del tunnel di base”.
E proprio sui costi si è concentrato il lavoro dell’Osservatorio sulla Torino-Lione che ha presentato un documento in cui, tra le varie voci, si evidenzia la discrepanza tra la crescita della domanda di scambi e trasporto merci e “un’infrastruttura inadeguata”, come è l’attuale Torino-Lione.
Inoltre, ha spiegato il commissario di governo Foietta, complessivamente, l’opera costerebbe molto meno del Terzo Valico e della Napoli-Bari.
Nel dettaglio, vi sono 8,6 miliardi che riguardano il tunnel di base che pagano Ue, Francia e Italia. Poi c’è una programmazione di interventi per le tratte di accesso, con un progetto da circa 1,7 miliardi che è in corso di definizione. “Quindi – ha illustrato – per l’Italia parliamo di 2,6 miliardi (per il tratto di tunnel di base pagato da Roma ndr) più 1,7 miliardi (per le tratte di accesso ndr): vuol dire 4,3 miliardi di costo complessivo“.
Una sospensione dei lavori rischia di portare al recupero totale o parziale dei fondi Ue
Da Bruxelles, la Commissione Ue ha ricordato poi l’importanza della Torino-Lione non solo per Francia e Italia, ma per l’Europa : la linea è infatti “l’anello mancante principale” del Corridoio Mediterraneo delle grandi reti Ue, per cui sono stati già versati da Bruxelles 370 milioni di euro nel 2007-2013 e per cui ne sono stati stanziati 814 per il 2014-2020, di cui già erogati 120 milioni.
Senza ulteriori indugi bisogna procedere ai bandi di gara per gli appalti, “basta allungare il brodo inutilmente”, ha avvertito il governatore del Piemonte Sergio Chiamparino.