Saitta: il Servizio sanitario nazionale potrebbe scomparire

Il monito lanciato da Antonio Saitta, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, coordinatore degli assessori nell'ambito della conferenza delle Regioni. Ordine dei medici: “Serve oggi un'inversione di tendenza”.

A file picture dated 11 March 2010 of Surgeon Gero Strauss operating on a patient's ear under red light in a worldwide unique hightech operating room of International Reference and Development Centre for Surgical Technology (IRDC) in Leipzig, Germany. The operating room cooperates with Technichal University Munich and University Leipzig. Photo: WALTRAUD GRUBITZSCH

VERCELLI – “Sono molto preoccupato – ha detto – Antonio Saitta, assessore alla Sanità della Regione Piemonte, coordinatore degli assessori nell’ambito della conferenza delle Region – perché non è così scontato che il Servizio sanitario nazionale, così come lo conosciamo oggi, abbia un futuro. Avere 7 Regioni sottoposte a piano di rientro, di cui 4 commissariate, vuol dire che non sempre i diritti alla sanità vengono garantiti”.

Carenza di specialisti

Saitta ha evidenziato uno dei problemi che affligge il settore, la mancanza di specialisti e di borse di studio. “E’ un problema generale, noi ogni anno indichiamo cosa serve per far funzionare il sistema. Ma manca un’attenzione alla programmazione”.

Ordini dei medici

“Serve oggi un’inversione di tendenza”, afferma Filippo Anelli. Il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) è intervenuto  alla vigilia della due giorni. L’evento oggi e domani vedrà la Federazione impegnata nelle celebrazioni dei quarant’anni del Ssn.

“L’attuale finanziamento del Servizio sanitario nazionale (Ssn) – ha aggiunto Anelli – appare ancora insufficiente. Urge una modifica dei criteri di ripartizione del fondo sanitario nazionale”. Secondo il presidente vanno modificate anche “le regole che disciplinano la mobilità dei cittadini nel Paese per l’accesso alle cure, al fine di consentire alle regioni più povere di colmare il dislivello, le disuguaglianze, in termini di salute”.

Nel 1978 nacque la legge 833

Era infatti il 23 dicembre del 1978, sottolinea la Fnomceo, quando l’allora presidente della Repubblica, Sandro Pertini, promulgò la Legge 833, che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale. Legge approvata dal Parlamento a larghissima maggioranza. La nuova Legge si presentava come lo strumento per tutelare il diritto alla salute così come previsto all’articolo 32 della Costituzione. La professione medica “ha in questi quarant’anni – afferma Anelli – sempre garantito il diritto alla salute dei cittadini. E’ un diritto inteso come prerogativa irrinunciabile di ogni essere umano, del suo vivere in una collettività e della sua libertà e tutelato attraverso l’esercizio della professione fondato sui principi di libertà, indipendenza, autonomia e responsabilità”.

Il contenimento della spesa

Principi che, nel corso dei decenni, rileva, “sono stati messi a dura prova, in particolare dal processo di aziendalizzazione del sistema sanitario avviato negli anni 90, in un’ottica di contenimento della spesa. Quindi – avverte- serve oggi un’inversione di tendenza”.

L’epilogo delle due giorni

Venerdì 16, in occasione delle celebrazioni, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, riceverà in udienza il Comitato Centrale della Fnomceo

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