Affare rifiuti sull’asse Napoli-Caserta: indaga l’Antimafia

La Dda: possibili rapporti collusivi tra Parente e il direttore tecnico della Sapna. La ditta del casapesennesa sarebbe una costante 'imprenditoriale' negli ultimi 3 anni e mezzo degli Stir della Campania

©Stefano Meluni / LaPresse - Nella foto: Discarica inertizzazione rifiuti

CASERTA – Dall’Agro Aversano al capoluogo partenopeo. Da Casapesenna agli uffici di via Ponte dei Francesi. E’ la rotta che avrebbe garantito alla Parente Trasporti Sas di ricevere commesse su commesse dalla Sapna, la società controllata dalla Città Metropolitana di Napoli.

“Contatti collusivi”

Su quel tragitto ha puntato i riflettori la Dda di Napoli. L’indagine, ancora in corso, coordinata dal pm Maurizio Giordano, avrebbe fatto emergere l’esistenza di ipotetici “contatti collusivi” tra un responsabile della Sistema Ambiente Provincia di Napoli e la ditta casertana. I protagonisti sarebbero Raffaele Parente, 51enne (inquisito per camorra e turbata libertà degli incanti CLICCA QUI PER LEGGERE), fratello di Claudio, titolare della Parente Trasporti Sas, e Andrea Abbate, 47enne, ingegnere e responsabile tecnico della Sapna. La ditta negli anni ha trasportato tonnellate e tonnellate di immondizia lavorata negli Stir (Stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio rifiuti) della regione, gestiti proprio dall’azienda controllata dalla Città Metropolitana partenopea.

Raffaele Parente e Andrea Abbate (frame della trasmissione Report di Rai Tre)
L’indagine della Dda

Da una nota, inviata alla procura distrettuale dai carabinieri di Caserta, salta fuori che tra il business-man di Casapesenna e il funzionario napoletano ci sarebbero contatti “attraverso i quali vengono alterate le normali procedure di scelta del contraente” indette proprio dalla Sapna. Stando alla tesi dell’Antimafia, la ditta di Casapesenna è stata illecitamente favorita.
Contestualmente alla perquisizione realizzata lo scorso 13 novembre a casa di Raffaele Parente e presso la sede della Parente Trasporti Sas, i militari dell’Arma del Comando provinciale di Caserta fecero visita anche all’ufficio di Abbate.
L’indagine della Dda sul business dei rifiuti rischia di allargarsi a macchia d’olio. Gli investigatori, coordinati dalla procura distrettuale, stanno scandagliando l’affare monnezza in ogni sua componente: dal servizio di raccolta nei singoli Comuni della Campania al trasporto.

L’ingegnere
A tirare in ballo l’ingegnere sono state alcune intercettazioni captate dai carabinieri.
Abbate, non indagato e innocente fino a prova contraria, ha quasi da sempre collegato la sua attività professionale ai rifiuti. E’ direttore tecnico della Sapna dal 2013. Prima, però, ha ricoperto il ruolo di responsabile del servizio di prevenzione e protezione sempre per la Spa della Città Metropolitana di Napoli e per la Gisec Spa. Con il medesimo incarico ha lavorato per la Presidenza del Consiglio dei Ministri e per la Fibe Spa e Fibe Campania Spa (nel 2008).
Negli anni precedenti, invece, stando al suo curriculum pubblicato in rete, dal 2004 al 2006, ha assunto la direzione di cantieri per la Ati Fisia Italimpianti Spa-Impregilo Edilizia e Servizi Spa-Fisia Babcock Enviromente Gmbh per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra, un’opera da 240 milioni di euro. Abbate è stato anche responsabile della sicurezza sul cantiere per la Impregilo Edilizia Spa.
Nel 2003 è stato coordinatore per la sicurezza, in fase di progettazione, per la Fibe e per la realizzazione delle ‘avanfosse’ di 4 impianti di smaltimento. Ieri pomeriggio abbiamo contattato la sede della Sapna per cercare di parlare con l’ingegnere e chiedergli di intervenire sul caso. Ma nessuno ha risposto alla nostra chiamata.
Tonnellate di rifiuti

Cifre importanti. Dal primo gennaio 2014 al 30 giugno del 2017 nel trasporto dei rifiuti dagli Stir, la Parente Trasporti Sas è stata una costante imprenditoriale. Ha lavorato ininterrottamente con i sei stabilimenti di tritovagliatura ed imballaggio della Campania.

Da quegli impianti la ditta di Casapesenna ha trasportato tonnellate e tonnellate di ‘monnezza’, piazzandosi quasi sempre tra le prime cinque ditte più attive. In 3 anni e mezzo dalla struttura di Giugliano ha portato via 305mila 715 tonnellate (il 38,75 % del totale dell’immondizia lavorata nel complesso di Napoli Nord). Da quella di Tufino, invece, 113mila 205 tonnellate (13,5%). Quantitativi più bassi a Battipaglia: dal salernitano i camion della Parente Trasporti hanno spostato soltanto 2mila tonnellate (0,58%). Dallo Stir di Santa Maria Capua Vetere, invece, 27mila 596 tonnellate (4,19%). Cifra non esagerata neppure a Casalduni, con 5mila e 844 tonnellate (5,93%) di rifiuti ‘mossi’. Dallo stabile di Caivano, infine, la società di Casapesenna ha portato via 169mila 189,62 tonnellate (15,61 percento).

Sommando i vari quantitativi, in 42 mesi, l’azienda dell’Agro Aversano con i suoi mezzi ha spostato complessivamente oltre 623mila tonnellate. I dati sono contenuti nella relazione stilata in primavera dalla commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali.

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