ROMA – Cumuli di rifiuti ai lati delle strade, montagne di spazzatura attorno ai cassonetti stracolmi e raccolta che di differenziato ha ben poco. Le festività portano a Roma il consueto carico di caos nello smaltimento della ‘monnezza’. Quest’anno aggravato da una filiera arrivata alla vigilia di Natale già in affanno a causa del rogo che l’11 dicembre ha distrutto il Tmb Salario.
Il triste record della capitale
Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i casi di cassonetti dati alle fiamme, oltre 15 nei municipi Quarto, Settimo e Decimo. Mentre l’emergenza spazzatura, più evidente nelle zone periferiche della città, colpisce anche i quartieri centrali. Da Prati, a San Giovanni passando per il Celio e zona San Pietro.
Aumentano i rifiuti, si riduce il personale
Al volume doppio di rifiuti del periodo festivo, si sommano le carenze di personale che quest’anno sono aggravate dal problema strutturale: le oltre 600 tonnellate di materiali che ogni giorno lavorava il sito di Via Salaria, pari a oltre un quinto della produzione quotidiana di rifiuti in città, sono distribuite tra gli stabilimenti di Rocca Cencia, Malagrotta, Viterbo, Aprilia, Frosinone e Abruzzo.
Roma in rovina
Ogni sito lavora più di prima per evitare il collasso del sistema, ma le difficoltà sono evidenti e le fotografie delle sporche strade capitoline da settimane fanno il giro del mondo, fino al reportage del New York Times dal titolo ‘Roma in Rovina’, pubblicato a Natale.
Infuriano le polemiche politiche, con l’opposizione che chiede le dimissioni della sindaca mentre la notte del 24, il collettivo Militant, ha raccattato sacchi di immondizia non raccolta dalle strade per portarli sotto l’albero di Natale di piazza Venezia, con uno striscione: ‘Natale a 5 Stelle, uno vale uno, ma la monnezza in periferia non la raccoglie nessuno’.
(Lapresse/di Alessandra Lemme)