Usa, Trump lancia la nuova strategia di difesa anti-missili

Donald Trump si appresta a rivelare la nuova strategia di difesa anti-missile degli Stati Uniti

in foto Donald Trump

WASHINGTON (Usa) (LaPresse/AFP) – Usa, Trump lancia la nuova strategia di difesa anti-missili. Donald Trump si appresta a rivelare la nuova strategia di difesa anti-missile degli Stati Uniti. Destinata a rispondere alle minacce costituite dai nuovi armamenti di Russia e Cina, come pure quelli di Iran e Corea del Nord.

Il presidente Usa è atteso oggi al Pentagono, dove presenterà questa analisi commissionata nel 2017 e attesa da diversi mesi. Negli estratti di questo documento di oltre 80 pagine che diffuso per intero alle 17, distribuiti alla stampa. Il Pentagono illustra i dettagli dei nuovi progetti che intende sviluppare per proteggere gli Usa. E in particolare dai nuovi missili ipersonici sviluppati da Cina e Russia.

Questi missili, che possono volare a oltre 5mila chilometri orari, quindi quattro volte più velocemente del suono, sono attualmente quasi impossibili da intercettare una volta lanciati. Per difendersi, gli Usa vogliono poter seguire più da vicino i loro movimenti. Grazie a degli intercettori speciali. Modernizzando gli equipaggiamenti già dispiegati nello Spazio, secondo quanto indica il documento. Il Pentagono, inoltre, lancerà uno studio per concepire un nuovo sistema di intercettazione nello Spazio. Con un drone di un nuovo tipo che sarebbe equipaggiato con missili e resterebbe in orbita permanentemente per distruggere un eventuale missile ipersonico ostile.

Usa, la strategia prende di mira anche i missili balistici

La nuova strategia di difesa prende di mira anche i missili balistici sviluppati dai due Paesi che gli Usa considerano i loro peggiori nemici: Iran e Corea del Nord. Per difendersi dai missili, meno sofisticati di quelli di Russia e Cina ma che minacciano direttamente gli alleati degli Stati Uniti, in particolare Europa e Giappone, il Pentagono segue un’altra pista di ricerca. La loro distruzione al momento del lancio.

I sistemi anti-missili attuali sono focalizzati sulla distruzione dei missili in volo; prendendoli di mira quando sono ancora in fase di accelerazione. Invece, gli Usa rafforzerebbero la difesa degli alleati e la dissuasione dei Paesi interessati, sottolinea il documento del Pentagono. Una delle piste esplorate sarebbe quella di equipaggiare con un nuovo tipo di missili il nuovo caccia F-35, che in caso di conflitto aperto con il regime di Pyongyang distruggerebbe un missile nordcoreano non appena lanciato. Oltre a questo, il Pentagono intende sviluppare dei laser per equipaggiare dei droni e permettere di distruggere missili balistici in fase di accelerazione.

Ecco tutti gli altri sistemi di difesa

Gli Usa e i loro alleati hanno anche altri sistemi di difesa anti-missile, come il sistema Thaad (cioè Terminal High-Altitude Area Defense), che è concepito per distruggere i missili balistici a raggio medio o intermedio nella loro ultima fase di avvicinamento, schiantandosi contro i missili stessi. Washington dispone poi del sistema Gmd (Ground-based Midcourse Defense), con 44 intercettori installati a Fort Greely, a circa 160 chilometri da Fairbanks, in Alaska e sulla base Vandenberg della US Air Force in California. Il sistema si basa su dei radar e altri sensori distribuiti in tutto il mondo, nonché su satelliti, per rilevare i lanci di missili nemici. La nuova strategia di difesa anti-missile prevede di portare il numero di questi intercettori a 64 entro il 2023.

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