MILANO – Come ampiamente previsto dai mercati, la Federal Reserve nella prima riunione di politica monetaria del 2019 decide di mantenere i tassi d’interesse tra il 2,25% e il 2,50%, dove li aveva portati a dicembre col quarto rialzo dell’anno passato. E sono proprio i mercati a festeggiare. Con Wall Street che dopo l’annuncio accelera al rialzo, andando a chiudere con il Dow Jones in progresso di quasi due punti percentuali. Ad accompagnare la conferma del prezzo del denaro sono infatti parole particolarmente concilianti.
Fed lascia i tassi fermi, festeggiano i mercati
Se il Fomc, il braccio di politica monetaria della banca centrale statunitense, nella dichiarazione ufficiale che conclude la sua due giorni di meeting promette di essere “paziente” nel valutare i prossimi passi da compiere, il governatore Jerome Powell in conferenza stampa si spinge ancora oltre. Evocando un “approccio attendista” e segnalando che la possibilità di nuovi rialzi si è “indebolita”. Questo pur confermando che il mercato del lavoro si presenta forte e che i segnali in arrivo dall’economia anticipano un proseguimento dell’espansione anche nel 2019.
Powell si difende: non ha ceduto alle richieste di Trump
A suggerire prudenza sono gli sviluppi economici e finanziari globali, non la politica. E nemmeno le attese dei Fed lascia i tassi fermi. Powell: “Nessuna considerazione politicamercati. Su questo Powell ha voluto essere estremamente chiaro nel suo faccia a faccia con i cronisti. “Facciamo sempre quello che pensiamo sia la cosa giusta, senza tenere conto delle considerazioni politiche e senza discuterle”, ha sottolineato a chi gli chiedeva se la Fed non avesse in qualche modo ceduto alle richieste del presidente Donald Trump, che ormai da sei mesi invoca uno stop alla stretta monetaria.
L’obiettivo è tutelare il popolo americano
“L’unica cosa di cui ci preoccupiamo è fare il nostro lavoro per il popolo americano”, è stata la netta posizione del numero uno della banca centrale, che ha fatto appello alla “integrità” dell’istituzione e di chi ci lavora. Allo stesso modo, Powell ha ricordato che il mandato della banca centrale è legato alla piena occupazione e alla stabilità dei prezzi. Non a qualche mercato finanziario particolare, né alle condizioni finanziarie nel loro complesso.
Rischi e possibili scenari
visto che una uscita disordinata del Regno Unito dalla Ue potrebbe avere effetti anche sull’economia statunitense. Dall’altra, ci si augura che i negoziati commerciali con la Cina, in corso di svolgimento a Washington, non subiscano rallentamenti che potrebbero minare la fiducia delle imprese.
(LaPresse/di Marco Valsecchi)