Tra le presunte sentenze truccate ci sarebbero pure quelle per favorire l’imprenditore Alfredo Romeo (non coinvolto nell’indagine).
Che la Romeo Gestioni del napoletano sia stata aiutata con alcuni ricorsi per appalti Consip lo sostiene la procura di Roma nell’indagine che ha portato all’arresto quattro persone: a finire ai domiciliari sono stati il giudice Nicola Russo, Raffaele Maria De Lipsis, Luigi Pietro Maria Caruso e Giuseppe Gennuso (al momento all’estero).
Nell’inchiesta, ha riportato ilFattoQuotidiano.it, spunta il nome del legale di Romeo, l’avvocato Stefano Vinti. A tirarlo in ballo è Piero Amari, un suo collega, che agli inquirenti ha raccontato di un presunto accordo stretto con Vitale e il giudice Russo. L’intesa sarebbe stata finalizzata a nominare il padre del togato, Giuseppe Orazio Russo alla presidenza di un arbitrato tra due ditte.
Vinti, stando a quanto raccontato da Amari agli inquirenti, aveva ricevuto favori dal giudice proprio in relazione ad un contenzioso “che riguardava Romeo”. L’incarico da dare al padre di Russo, secondo il dichiarante, era l’occasione per ‘sdebitarsi’ dei piaceri avuti.
Amari agli investigatori ha indicato anche il luogo (vicino via Veneto) dove avvenne il presunto incontro per accordarsi sulla nomina di Orazio Russo a presidente della Commissione Arbitrale.
Vinti, contattato dal Fatto, ha smentito il racconto di Amari. “E’ frutto della sua fantasia”, ha detto l’avvocato di Romeo al giornalista Vincenzo Bisbiglia.