PRATO – Vanno avanti le indagini sul caso dell’operatrice sanitaria di 31 anni arrestata per violenza sessuale su un ragazzino allora 13enne. Dopo due anni di relazione tra i due è nato un figlio, particolare che ha reso ancor più delicata l’intera vicenda. Gli inquirenti dovranno valutare le varie posizioni anche sulla base delle testimonianze raccolte e di elementi che di volta in volta saltano fuori.
I nuovi particolari sulla presunta violenza sessuale di Prato
Oggetto di valutazione dei giudici è oggi l’incontro tra la mamma dell’adolescente, l’istruttrice e la direttrice della palestra che il ragazzo frequentava insieme all’accusata da quando aveva 5 anni. L’istruttrice ha raccontato infatti di aver avuto un faccia a faccia con la mamma del ragazzino durante il quale la donna aveva chiesto palesemente aiuto. A entrambe a quanto pare, dopo aver notato un comportamento strano del figlio: “Ci disse – ha specificato l’istruttrice – che la sera prima aveva saputo che chattava con frequenza assidua con una donna madre di un altro mio allievo e ci chiese di organizzare un incontro per capire bene la natura del rapporto tra il figlio e la donna”.
I particolari dell’incontro
Siamo all’interno di un ufficio. La tensione c’è ed è evidente perché la donna, mamma del ragazzino, sembra davvero preoccupata di quanto sta accadendo. Anche perché, di fatto, non riesce a capire cosa stesse realmente accadendo. Ed è dallo stesso racconto dell’istruttrice che è emerso un particolare agghiacciante: “Mi rispose – ha detto – che la sentiva perché lei frequentemente minacciava di ammazzarsi e quindi cercava di sostenerla e tranquillizzarla. Gli dissi che era strano che parlasse con lui e non con uno psicologo”. Esistono ancora tanti punti interrogativi sul caso. Un caso destinato ad andare avanti ancora a lungo, con i giudici al lavoro per poter scoprire la verità.