ROMA – Un’operazione per rafforzare il gruppo di Fratelli d’Italia, giocarsi un pacchetto di voti importate in Basilicata (utile per Europee e prossime amministrative) ma soprattutto per prepararsi a una eventuale crisi di governo.
Salvatore Caiata, ex M5S espulso dal gruppo prima delle elezioni del 4 marzo per una indagine per riciclaggio della Procura di Siena poi archiviata, entra ufficialmente nella squadra di Giorgia Meloni a Montecitorio. A dargli il benvenuto il capogruppo Francesco Lollobrigida che ci tiene a sottolineare le doti del neo-acquisto: “Uomo, imprenditore e politico di grande valore e sensibilità”.
Da Caiata a Vitiello, i dissidenti pentastellati entrano nel team di Giorgia Meloni
A sua volta il presidente del Potenza Calcio non tiene a freno la soddisfazione: “Torno a casa in realtà perché il mio percorso politico si è sviluppato nel centrodestra all’università e come dirigente del Pdl. Un ritorno naturale con la volontà e la semplicità di mettere a disposizione le mie competenze professionali”. Caita non risparmia critiche ai pentastellati: “L’abbraccio mortale di questo governo con i 5Stelle sta soffocando l’imprenditoria”. E il numero uno della squadra lucana non sarà l’unico ingresso in Fdi. Riferiscono i rumors che tra i papabili per il ‘salto’ ci sia un altro ex M5S, Catiello Vitiello, sospeso dal Movimento per massoneria.
L’ira di Berlusconi, fallisce l’operazione scoiattolo di Forza Italia
L’operazione scoiattolo – lanciata da Silvio Berlusconi per avvicinare un gruppo di ‘responsabili’ pronti per votare un governo di centrodestra – si trasferisce nelle mani di Meloni, scatenando l’irritazione del Cav. Ad Arcore si parla di operazione ‘aggressiva’ di Fratelli d’Italia nei confronti di Forza Italia, iniziata con l’ingresso di Elisabetta Gardini e la seguente candidatura per le elezioni del 26 maggio.
Tensioni tra il Cavaliere e la leader di Fdi
I rapporti tra Berlusconi e Meloni si sono raffreddati da tempo, con l’ex premier praticamente sul piede di guerra. Una cosa è certa da Villa San Martino l’ordine di scuderia è cambiato: il leader azzurro, anche dopo diversi contatti con la Lega, si è convinto che la strada del voto anticipato sia ormai segnata. La fretta di Matteo Salvini, stanco dei balletti di Luigi Di Maio, non sarà di certo accontentata dal Quirinale che tenterà altre strade, anche un governo tecnico per approvare la manovra, è il ragionamento di Berlusconi.
L’obiettivo principale in vista delle Europee
La prima finestra utile per tornare al voto potrebbe essere proprio quella tra febbraio e marzo. Eccoli i conti sul tavolo del Cavaliere ed è su questo scenario che al momento si sta lavorando. L’obiettivo è quello di portare a casa più voti possibili alle Europee e con quel pacchetto ristabilire le quote (seggi) con gli alleati della coalizione, per le urne anticipate. “Salvini in fondo, fin qui, ha rispettato i patti”, dicono da Villa San Martino, “Meloni no…”.
La convinzione di Berlusconi è quella che l’ex ministro voglia allargare il suo gruppo per offrire al vicepremier, in caso di crisi, numeri per la sopravvivenza di un governo di centrodestra, ricevendo in cambio anche una o più poltrone. Ma se mentre in casa Meloni si lavora a superare la soglia del 4 per cento per entrare in Europa, in Forza Italia si deve raggiungere il 10. E non sarà scontato.
(LaPresse/di Donatella Di Nitto)