CAPUA – Resta in cella Carmine Antropoli. Il giudice Fabio Provvisier ha respinto la richiesta di domiciliari fuori provincia presentata dai legali del chirurgo del Cardarelli.
L’obiettivo dei difensori era ottenere gli arresti in una casa a Napoli dando la possibilità al medico di recarsi in ospedale a lavorare. Nulla di fatto. La sola chance per il santangiolese di lasciare il carcere ora resta la Cassazione. La Suprema Corte a giugno dovrà esaminerà la decisione del Riesame che nelle scorse settimane aveva ratificato la custodia cautelare in prigione emessa a febbraio proprio dal gip Provvisier.
E mentre si decide il destino cautelare, Antropoli, difeso dai legali Angelo Raucci, Mauro Iodice e Paolo Di Furi,. a meno d 4 mesi dall’arresto, il 27 maggio affronterà già l’udienza preliminare. Il gup del tribunale di Napoli valuterà se rinviarlo o meno a giudizio. A rischiare il processo ci sono altri 5 imputati. Si tratta di Marco Ricci e Guido Taglialatela, entrambi già consiglieri di opposizione, che con Antropoli sono accusati di concorso esterno al clan dei Casalesi: avrebbero stretto un patto con alcuni esponenti della cosca per le comunali del 2016. Comparirà dinanzi al giudice pure Francesco Zagaria, alias Ciccio ‘e Brezza, rappresentato dagli avvocati Nicola Leone e Giuseppe stellato: l’imprenditore, originario di Casapesenna, risponde di camorra e omicidio.
Sarà udienza preliminare pure per Marco De Luca e Armando Porciello accusati di violenza privata in concorso con Antropoli, Ricci e Zagaria. Nel collegio difensivo i legali Rosario Avenia, Lorenzo Caruso, Guglielmo Ventrone, Gerardo Marrocco ed Elisabetta Di Rauso.