Dazi, Pechino creerà una lista di imprese straniere ‘inaffidabili’

Ad annunciarlo è stato il ministero del Commercio. La misura appare come una risposta di Pechino all'offensiva lanciata dall'amministrazione Trump contro Huawei

Chinese President Xi Jinping (C) and Premier Li Keqiang (R) sing the national anthem during the opening session of the Chinese People's Political Consultative Conference (CPPCC) in Beijing's Great Hall of the People on March 3, 2018. / AFP PHOTO / WANG ZHAO

La Cina ha denunciato le presunte “menzogne” degli Stati Uniti, dopo le dichiarazioni del presidente Usa, Donald Trump, che ha affermato che la guerra commerciale tra i due Paesi avrebbe avuto un effetto “devastante” sull’economia cinese.

“Gli Stati Uniti hanno già pronunciato queste menzogne più di una volta, ogni volta che la Cina li denuncia, ma gli Stati Uniti sono ostinati, se non ossessionati, nel ripetere queste menzogne”, ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri, Geng Shuang.

Il governo cinese, inoltre, creerà una propria lista nera di imprese straniere considerate “inaffidabili”: ad annunciarlo è stato il ministero del Commercio. La misura appare come una risposta di Pechino all’offensiva lanciata dall’amministrazione Trump contro Huawei, inserita nei giorni scorsi in un elenco di società alla quale le aziende statunitensi non possono vendere attrezzature tecnologiche. Un duro colpo, secondo gli esperti, dal momento che la tlc asiatica impiega anche chip di produzione americana per i propri telefoni cellulari.

“Le società, le organizzazioni e gli individui stranieri che non rispettano le regole del mercato, si allontanano dallo spirito di un contratto, impongono embarghi o bloccano le forniture alle aziende cinesi per ragioni non commerciali, danneggiando seriamente i loro diritti e i loro interessi, saranno inserite in una lista di entità non affidabili”, ha annunciato il portavoce del ministero, Gao Feng. Parole che arrivano alla vigilia dell’entrata in vigore di nuovi dazi punitivi sui prodotti statuntitensi, a quasi un anno dall’inizio delle tensioni commerciali tra le due potenze.

LaPresse/AFP

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome