NAPOLI – “Viviamo, mangiamo e dormiamo in una fogna”. Questa la denuncia che si leva in coro dall’alloggio popolare di via Caprera 99, isolato 15, a Miano. I residenti della palazzina sono disperati: dallo scantinato si diffonde ormai da mesi un cattivo odore che penetra in tutti i 16 appartamenti presenti nell’edificio di tre piani. Si tratta di abitazioni a dir poco vetuste: costruite negli anni ‘50, sono state abbandonate allo scorrere del tempo senza alcuna manutenzione ordinaria.
Il risultato è un alloggio popolare che cade a pezzi, i cui abitanti si sentono ogni giorno in pericolo. Non è solo la misteriosa puzza a minacciare la serenità delle tante famiglie che qui vi alloggiano. “Ogni appartamento è pieno di crepe che corrono lungo i muri”, informano Concetta, Tiziana, Rosaria e Amalia. “Abbiamo chiamato gli uffici tecnici del Comune innumerevoli volte, ma nessuno si è mai degnato di venire qui anche solo per un sopralluogo”.
Le richieste all’ufficio fognature del Comune Napoli si accumulano anno dopo anno nei cassetti delle case di queste signore, madri e nonne disperate. “Ho paura di far venire qui i miei nipoti e temo per la salute di mia figlia disabile. Non si può vivere così”, si sfoga Concetta. “La crepa nella stanza di mio figlio si allunga sempre di più: quando i pompieri anni fa vennero a controllarla su mia richiesta mi dissero che potevo monitorare la profondità del danno con un ago, ma di sicuro così non mi sento sicura”, rivela Tiziana.
La casa di Letizia è invasa dalla muffa, mentre i balconi di tutti i piani si sbriciolano pericolosamente giorno dopo giorno.
Anche l’appartamento di Rosaria è danneggiato, “ma i vigili del fuoco mi hanno detto che posso stare tranquilla per altri sei o sette anni. Dopodiché, per loro, posso anche morire”, dice la donna.
“Quando piove qui si allaga tutto, diventa un letamaio. L’acqua raggiunge livelli altissimi”, afferma Letizia, che mostra i segni dei molteplici allagamenti presenti sui muri. le donne, decise a far sentire la loro voce. Usando, se costrette, metodi forti.
“Se entro fine mese non verranno a fare almeno una verifica dello stato del nostro palazzo bloccheremo le strade e fermeremo i lavori della metropolitana”, dicono i residenti di via Caprera.
Sul terrazzo dell’edificio aleggia inoltre la minaccia dell’amianto. “Anni fa pagammo un ragazzo affinché portasse via delle lastre di eternit, ma oggi c’è ancora una canna fumaria fatta di un materiale tossico che andrebbe rimossa”, dice Concetta.
“L’aria qui è avvelenata: infiltrazioni, muffa, amianto. Non si respira stiamo soffocando. E mentre noi viviamo in queste condizioni, il sindaco ci ignora e fa finta che non esistiamo”.
Da Miano parte l’allarme, sta ora a Palazzo San Giacomo rispondere.