‘Ndrangheta, sequestro da 15 milioni agli affiliati della cosca Raso-Gullace-Albanese

L'indagine è stata coordinata dalla Dia di Genova e dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria

MILANO – La Dia di Genova, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria Direzione Distrettuale Antimafia, diretta dal Procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e su proposta del Procuratore Aggiunto Calogero Gaetano Paci e del Sostituto Procuratore Gianluca Gelso sta eseguendo provvedimenti di sequestro, emessi dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Misure di Prevenzione -, che interessano conti correnti, depositi bancari, beni mobili, società e immobili, nelle provincie di Savona, Alessandria e Reggio Calabria, riconducibili a Carmelo Gullace (agli arresti domiciliari), alla coniuge Giulia Fazzari, a Orlando Sofio (nella casa circondariale di Voghera) e a Marianna Grutteria (nella casa circondariale di Vigevano), tutti arrestati, a luglio del 2016, nell’ambito della operazione denominata “Alchemia”.

Il maxi sequestro da 15 milioni

Tra i beni sequestrati su proposta della Procura della Repubblica di Reggio Calabria Direzione Distrettuale Antimafia dal Tribunale di Reggio Calabria Sezione Misure di Prevenzione sono rientrati complessivamente quote di partecipazione e patrimonio aziendale di sette società, circa ventuno beni immobili, fabbricati e trentasei terreni. E numerosi conti correnti e beni mobili riconducibili alle società sequestrate in provincia di Reggio Calabria, Savona ed Alessandria.Il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a circa 15 milioni di euro.

Il ruolo degli affiliati alle cosche

A conclusione della indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria Direzione Distrettuale Antimafia, furono eseguite dalla Polizia di Stato e dalla DIA 42 misure cautelari a carico di soggetti affiliati e contigui alle cosche di ndrangheta reggine Raso-Gullace-Albanese e Parrello-Gagliostro. Gravemente indiziati di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione, intestazione fittizia di beni e società.

Tra i destinatari dell’odierno sequestro spicca la figura di Carmelo Gullace, originario di Cittanova (RC) e della moglie Giulia Fazzari, ritenuti dal Tribunale di Reggio Calabria caratterizzati da una pericolosità sociale qualificata. In quanto indiziati di appartenenza ad associazione di tipo mafioso.

Le indagini

Le indagini patrimoniali della DIA di Genova hanno, infatti, disvelato un quadro di contiguità dei due soggetti alla cosca Raso-Gullace-Albanese a stretta base famigliare. Che è stata la vera e unica forza motrice della loro affermazione imprenditoriale. E che gli ha consentito di accumulare patrimoni con proventi illeciti e/o derivanti dall’esercizio di attività imprenditoriali, svolte anche tramite intestazione fittizia di società.

La figura di Gullace

Gullace è considerato figura apicale della citata cosca, con ruolo direttivo e di comando. In quanto referente dell’articolazione ‘ndranghetistica in Liguria e in Piemonte per la risoluzione di controversie. E per il mantenimento dei contatti con gli esponenti di spicco di altre articolazioni territoriali della ‘ndrangheta. Nonchè per la condivisione di interessi imprenditoriali, anche al di fuori del territorio italiano, per il reimpiego di proventi delle attività delittuose.

Il tramite tra le cosche e il comune

Trasferitosi a Ceriale (SV) nel 1973 – per sfuggire alla guerra di mafia contro i Facchineri, che negli anni ’70 insanguinò Cittanova (RC) – ha lavorato inizialmente alle dipendenze di Francesco Fazzari come autotrasportatore. Di cui sposò la figlia Giulia, ritenuta oggi partecipe e a completa disposizione della cosca Raso-Gullace-Albanese. Il suo ruolo è stato quello di mantenere rapporti con gli amministratori dei comuni di Savona, finalizzati all’acquisizione di appalti pubblici. Nonché di organizzare trasferte in Brasile per riciclare proventi delittuosi della cosca di appartenenza, attraverso l’acquisizione di proprietà immobiliari.

(LaPresse)

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