MILANO – Sebbene la crescita del Pil dell’area euro nei primi tre mesi del 2019 si sia rivelata superiore alle attese, i dati anticipano un ulteriore indebolimento nel secondo e nel terzo trimestre. A confermarlo, nella nuova edizione del suo Bollettino economico, è la Banca centrale europea. Che segnala come i fattori geopolitici, la crescente minaccia protezionistica e le vulnerabilità nei paesi emergenti facciano sì che il i rischi che gravano sulle prospettive di crescita dell’eurozona rimangano sbilanciati verso il ribasso.
Le preoccupazioni della Bce
Il piano d’azione riassunto nel documento è quello noto, a partire dalla decisione assunta dal consiglio direttivo di mantenere i tassi ai minimi storici. Con l’indicazione di forward guidance che è stata modificata inserendo una apertura al fatto che il costo del denaro, da qui alla metà del 2020, potrebbe anche scendere su livelli più bassi.
Una tendenza, questa, che sta prendendo piede a livello globale. Se a fare rumore nelle ultime settimane è stato il taglio annunciato dalla Fed – e a lungo invocato dal presidente Donald Trump – gli ultimi giorni hanno visto i tassi d’interesse scendere più delle attese anche in economie molto diverse come quelle dell’India. Dove la Reseve Bank ha optato per un 5,4% sorprendendo gli analisti che si aspettavano un 5,5%, o della Nuova Zelanda. Dove la banca centrale ha deciso un taglio di mezzo punto percentuale all’1%.
Il bollettino
Non che si tratti dell’unico strumento a disposizione di Mario Draghi, comunque. Il bollettino ricorda infatti come proseguano i reinvestimenti dopo la chiusura del quantitative easing. E – soprattutto – come lo stesso consiglio direttivo abbia dato mandato ai comitati dell’Eurosistema di esaminare le ulteriori vie percorribili. Incluso un nuovo programma di acquisto titoli.
L’impatto delle politiche monetarie
“Le politiche monetarie hanno fatto e fanno tanto”, ha sottolineato Draghi in occasione della conferenza stampa di luglio. “Ma se prosegue questo deterioramento la politica fiscale diventerà essenziale”. Un appello alla politica che torna anche nel bollettino diffuso da Francoforte. Nel momento in cui si affronta il tema delle raccomandazioni specifiche fornite dalla Commissione Ue ai diversi paesi nel quadro del semestre europeo 2019. Indicazioni la cui debole implementazione, spiega la Bce, “rimane una sfida”.
Per trarre pieno vantaggio dalle misure di politica monetaria, si legge in particolare nel documento “altre aree di politica devono contribuire in modo più decisivo all’aumento del potenziale di crescita a più lungo termine. E alla riduzione delle vulnerabilità”.
(LaPresse/di Marco Valsecchi)