Juve, inchiesta ultrà: emessi 38 Daspo decennali

L'inchiesta della Digos

I tifosi della Juventus (Foto Claudio Grassi/LaPresse)

TORINO – Emessi 38 Daspo decennali ad ultras bianconeri con l’accusa di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

Saranno così costretti a restare per anni lontani dagli stadi. La Juventus si è dichiarata parte lesa.

Le indagini

E’ durata oltre in anno l’inchiesta denominata ‘Last Banmer’ da parte della Digos avviata grazie ad una denuncia da parte della stessa Juventus. Il Gruppo Criminalità Organizzata della Procura di Torino ha così avviato le indagini acquisendo importanti prove su una precisa strategia estorsiva messa in atto da parte di alcuni nuclei organizzati del tifo bianconero nei confronti della stessa società juventina.

Rinvenuto anche una capillare attività di bagarinaggio per le partita casalinghe dell Vecchia Signora

La strategia criminale

E’ stata smantellata una vera e propria strategia criminale nata al termine del campionato 2017-18 dopo che la Juventus aveva deciso di porre fine ad alcuni privilegi di cui avevano sempre goduto i gruppi ultras.

Un taglio che ha inalberato i leader storici dei gruppi che hanno così deciso di ribellarsi con forza e decisione alle nuove norme della società bianconera.

L’accusa e gli arrestati

E’ per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. I capi ultras finiti dietro le sbarre sono: Dino Mocciola, leader dei Drughi, Salvatore Cava, Domenico Scarano, Umberto Toia, leader di Tradizione, Luca Pavarino, Sergio Genre. Arresti domiciliari per Fabio Trinchero, Giuseppe Franzo, Christina Fasoli, Roberto Drago, obbligo di dimora per Massimo Toia e Massimo Corrado Vitale.

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