MILANO – Non si arresta l’epidemia di Coronavirus nel nostro Paese, anche se di pari passo aumentano i guariti. Gli ammalati sono 1.835, secondo l’ultimo bollettino fornito dal capo della Protezione civile, Angelo Borrelli. “L’incremento – ha spiegato – è di 258 persone” rispetto alla giornata di domenica. Un incremento che risulta “per il 50% asintomatico, il 40% ricoverato con sintomi e il 10% ricoverato in terapia intensiva”, ha aggiunto Borrelli, che ha poi aggiunto che sono 149 i guariti, 66 soltanto oggi. Sono invece 18 le nuove vittime, 15 in Lombardia e 3 in Emilia-Romagna, che portano il totale delle persone decedute a 52.
Borrelli ha poi sottolineato che solo il 9% dei ricoverati per Covid-19 è in terapia intensiva, e che al momento “non ci sono criticità nei posti di terapia intensiva”. Mentre il numero dei tamponi effettuato è “oltre 23.300, e il numero di casi positivi confermati dall’Istituto superiore di Sanità è 668”.
Le aree più a rischio restano quelle del Nord, e “le regioni che vedono il maggior numero di persone positive sono Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Sono 1077 le persone positive in Lombardia, in Emilia Romagna 324 e in Veneto 271”.
Crescono anche i contagi in Piemonte, che sono 53: la Regione sta individuando due ospedali che saranno dedicati completamente a curare i pazienti affetti da Covid-19, mentre ha deciso in serata di mantenere ancora le scuole chiuse fino a domenica 8 marzo.
Le Marche registrano la loro prima vittima, un uomo di 88 anni con patologie pregresse, deceduto all’ospedale Santa Croce di Fano. Era stato ricoverato il 24 febbraio con febbre alta e difficoltà respiratorie ed era risultato positivo al tampone. Ed è stato registrato il primo caso in Sardegna: un uomo ricoverato a Cagliari è risultato positivo, in attesa della verifica dell’Istituto superiore di sanità.
“Siccome il tempo di incubazione è di 5-6 giorni in media, e il tempo di incubazione massimo arriva a 12-13 giorni, per vedere degli effetti delle misure di prevenzione e controllo, queste misure anche draconiane applicate in alcune zone, che probabilmente andranno anche estese, è necessario attendere almeno una o due settimane”, ha intanto sottolineato Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
In questo clima difficile, emerge la storia positiva di Gennaro Arma: l’italiano era il comandante della nave da crociera Diamond Princess, messa in quarantena nel porto di Yokohama, in Giappone, con 3711 tra passeggeri e membri dell’equipaggio, e risultata uno dei maggiori focolai di Coronavirus. Dopo che erano stati fatti scendere i primi, da giovedì hanno iniziato a sbarcare i secondi. L’ultimo a scendere è stato proprio Arma, che ha lasciato la nave battente bandiera britannica dopo essere risultato negativo. “Arma è il simbolo di un’Italia forte che non molla mai”, ha commentato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, mentre la compagnia armatrice, Princess Cruises, lo ha definito “un eroe”. (LaPresse)