Pnrr, Draghi alle Camere per spiegare un ‘intervento epocale’. Entro luglio i decreti

Del resto al cronoprogramma è legato l'arrivo delle risorse - 191,5 miliardi dall'Ue, cui si aggiungono i 30,6 del fondo complementare italiano per un totale di 222,1 miliardi di investimenti

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 24-03-2021 Roma Politica Camera dei Deputati - Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del prossimo Consiglio UE Nella foto Mario Draghi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 24-03-2021 Rome (Italy) Chamber of Deputies - Communications of the Prime Minister Mario Draghi on the next European Council In the pic Mario Draghi
Foto Roberto Monaldo / LaPresse 24-03-2021 Roma Politica Camera dei Deputati - Comunicazioni del Presidente del Consiglio in vista del prossimo Consiglio UE Nella foto Mario Draghi Photo Roberto Monaldo / LaPresse 24-03-2021 Rome (Italy) Chamber of Deputies - Communications of the Prime Minister Mario Draghi on the next European Council In the pic Mario Draghi

ROMA – Un decreto semplificazioni entro fine maggio, da tramutare in legge entro metà luglio. Un altro con le misure urgenti sugli appalti pubblici. La costituzione di una struttura presso la Presidenza del Consiglio per la semplificazione normativa, con un decreto ad hoc a maggio. Una legge delega per la riforma fiscale entro il 31 luglio. E per allora arriverà pure la legge annuale per la concorrenza con cui si interverrà sull’attuale normativa antitrust per il “rafforzamento dei poteri di antitrust enforcement e dei poteri di regolazione settoriale”.

Tra le prime bozze del Pnrr a firma Draghi-Franco e quella su cui, dopo 48 ore di trattative, è arrivato il placet europeo. E che dunque è stata prima esaminata dal Cdm e poi trasmessa alle Camere, dove domani e martedì sarà illustrata dal premier, la differenza è nei dettagli. Perché alle osservazioni di Bruxelles sull’inadeguatezza dei capitoli relativi alle riforme strutturali – troppo vaghi – l’Italia ha risposto dettagliando gli interventi e soprattutto indicandone i tempi.

Il piano

Del resto al cronoprogramma è legato l’arrivo delle risorse – 191,5 miliardi dall’Ue, cui si aggiungono i 30,6 del fondo complementare italiano per un totale di 222,1 miliardi di investimenti – che servono a realizzare un “intervento epocale, che intende riparare i danni economici e sociali della crisi pandemica, contribuire a risolvere le debolezze strutturali dell’economia italiana, e accompagnare il Paese su un percorso di transizione ecologica e ambientale”, come spiega palazzo Chigi. Con tre priorità: giovani, donne – il Pd ha chiesto e ottenuto una clausola ad hoc – e Mezzogiorno, dove viene indirizzato il 40% delle risorse.

Gli obiettivi

Scompare invece, dalla versione finale del piano – con Bruxelles sono in corso scambi di documenti per le ultime, marginali, questioni – il riferimento a quota 100 che aveva irritato la Lega. Ora il Pnrr richiama le raccomandazioni Ue del 2019 che chiedevano di ridurre il peso delle pensioni di vecchiaia attuando pienamente le passate riforme. Spiegando che “il piano risponde a gran parte delle CSR 2019 non ancora soddisfatte”.

La fine di quota 100 apre la porta al dibattito politico con il sottosegretario leghista all’Economia, Claudio Durigon, che parla della necessità di uno strumento di flessibilità in uscita ancora più forte, come “uno scivolo per le imprese private che dovranno ristrutturare”. Mentre il segretario Cgil Maurizio Landini parla di “un’uscita flessibile da 62 anni in poi”, tema su cui chiede un tavolo al governo. “Quello che il governo ha promesso è molto ragionevole, cioè ha detto che cercheremo  di fare degli interventi mirati all’interno di meccanismi di uscita che già sono  all’interno del sistema”, commenta a LaPresse l’ex ministro Elsa Fornero. E aggiunge: “L’uscita flessibile proposta da Landini è un’ottima cosa, ma bisogna vedere chi paga questa flessibilità”.

Le novità

Le novità più sostanziali del piano sono nel capitolo sulla concorrenza, tra le principali critiche sollevate da Bruxelles nella precedente versione. Entro luglio 2021, viene spiegato, sarà presentato in parlamento il disegno di legge annuale in cui si interverrà sull’attuale normativa antitrust per il “rafforzamento dei poteri di antitrust enforcement e dei poteri di regolazione settoriale”. Modificando i poteri di valutazione di operazioni di concentrazione restrittive della libertà di concorrenza per assicurare una maggiore coerenza con le norme Ue.

Verranno anche potenziati gli strumenti dell’antitrust enforcement e consolidati i i poteri delle varie autorità nazionali di regolazione. La concorrenza, spiega palazzo Chigi, è considerata “strumento di coesione sociale e crescita economica”. E i tempi delle varie riforme “che vanno dai servizi pubblici locali a energia elettrica e gas, sono stati pensati tenendo conto delle attuali condizioni dovute alla pandemia”.

Cabina di regia per il Pnrr

Viene demandata a un provvedimento ad hoc anche la costituzione della cabina di regia per il Pnrr, per definirne “struttura, composizione, nonché modalità di funzionamento e raccordo con le articolazioni della Presidenza del Consiglio dei ministri, che saranno a tal fine adeguatamente rafforzate”. In ogni caso, chiarisce palazzo Chigi, “la governance prevede una responsabilità diretta dei ministeri e delle amministrazioni locali per la realizzazione degli investimenti e delle riforme entro i tempi concordati, e per la gestione regolare, corretta ed efficace delle risorse”.

(LaPresse/di Antonella Scutiero)

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