MILANO – Occhi puntati sulle prossime mosse della Federal Reserve. I mercati scommettono che la banca centrale guidata da Jerome Powell manterrà invariata – come la Bce – la propria politica accomodante, aspettando dopo l’estate per procedere con un taglio dei tassi. Washington dovrà anche decidere se avviare il ritiro degli aiuti iniettati nell’economia statunitense in risposta al Covid-19. Proprio questo – il cosiddetto ‘tapering’ del Quantitative easing pandemico – potrebbe essere visto come un segnale in risposta alla crescente inflazione. A maggio il tasso negli Usa ha registrato un balzo del 5%: il più ampio da agosto 2008.
Francoforte invita alla cautela
Ma sul punto da Francoforte arriva un messaggio che invita alla cautela. “E’ troppo presto per discutere sulla fine degli acquisti che avvengono con il Pepp”, ha detto Christine Lagarde, numero uno della Bce, in un’intervista rilasciata a Politico. Lagarde ha detto di sperare di riuscire a presentare i risultati della revisione in atto della strategia di politica monetaria della Bce entro la fine dell’estate. “Siamo sulla strada della ripresa, esattamente sulla strada verso i livelli precedenti la pandemia – ha detto ancora -, dove probabilmente torneremo nel primo trimestre del 2022”.
L’inflazione
Nonostante il recente forte rialzo dell’inflazione, quindi, anche l’istituto centrale americano dovrebbe confermare la propria strategia accomodante. I dati sull’inflazione “non cambiano la nostra visione del tapering del Qe all’inizio 2022, con una linea guida della Fed più marcata in autunno e un annuncio formale al meeting di dicembre”, commentano gli analisti di Algebris. “Ci aspettiamo che la Fed lasci la politica invariata e che minimizzi nuovamente i discorsi sul tapering”, scrive in una nota il senior portfolio manager di Vontobel.
“Ci si può aspettare – prosegue Hantel – che Powell faccia eco ai commenti secondo cui la Fed dovrebbe iniziare a parlare di tapering nelle prossime riunioni, ma lo qualifichi dicendo che la Fed non è ancora a quel punto. Questo darebbe alla Fed abbastanza flessibilità per rispondere ai dati in arrivo e rimarrebbe ancora sul lato dovish”, ovvero ‘colomba’, termine utilizzato appunto per indicare una politica monetaria accomodante.
James Knightley, capo economista globale di Ing, ritiene che sia possibile che “la Fed continui a parlare di inflazione temporanea. Ma i dubbi iniziano a serpeggiare tra i suoi stessi funzionari, fattore che ci porta a sospettare che il simposio di Jackon Hole di fine agosto possa rivelarsi molto interessante. Magari con la Fed che presenterà un cambiamento nel linguaggio che davvero potrebbe aprire la porta all’annuncio di un tapering del Quantitative easing nel mese di dicembre”.
(AWE/LaPresse/di Francesca Conti)