Sudan, liberato l’imprenditore Marco Zennaro. Di Maio: “Continuiamo a seguire da vicino”

La scarcerazione è solo un primo passaggio, ricorda la famiglia, che in questi oltre due mesi ha continuato a esortarne il rilascio, mantenendo alta l'attenzione sui social e con eventi e iniziative nella città della Laguna

Italian Foreign Minister Luigi Di Maio, speaks while standing near German Foreign Minister Heiko Maas, in Tripoli, Libya, Thursday, March 25, 2021. The foreign ministers of France, Italy and Germany arrived Thursday in Tripoli to show their support to Libya's newly elected transitional authorities, who are expected to lead the war-stricken country through general elections end of 2021. (AP Photo/Hazem Ahmed)

MILANO – Dopo 70 lunghi giorni è stato scarcerato Marco Zennaro, l’imprenditore veneziano imprigionato in Sudan da oltre due mesi e che ora rimane ai domiciliari in un albergo a Khartoum. Una mattina di notizie convulse, poi la conferma che arriva dalla famiglia e dalla Farnesina.

“Il connazionale Marco Zennaro, in carcere in Sudan da circa due mesi, è stato rilasciato pochi minuti fa. Rimarrà in Sudan in attesa degli sviluppi sui contenziosi che lo riguardano”, scrive su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che ha ringraziato l’ambasciatore in Sudan Gianluigi Vassallo e il direttore Generale Luigi Vignali, “al quale avevo chiesto nei giorni scorsi di recarsi in missione sul posto. Continuiamo a seguire da vicino la situazione”. A smuovere la situazione, secondo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro che si era speso in prima persona per chiederne la liberazione, anche il premier Mario Draghi il cui interessamento sarebbe stato “decisivo”.

La scarcerazione

La scarcerazione è solo un primo passaggio, ricorda la famiglia, che in questi oltre due mesi ha continuato a esortarne il rilascio, mantenendo alta l’attenzione sui social e con eventi e iniziative nella città della Laguna. “Non è una liberazione, ma lo hanno spostato ai domiciliari in albergo, che è comunque un passo in avanti enorme”, ha detto a LaPresse Luca Della Dora, cugino di Zennaro, che su Facebook ha pubblicato la foto del momento del rilascio in compagnia del padre dell’imprenditore, nel Paese dall’inizio della prigionia. “Marco è, al momento, agli arresti domiciliari, ma ora era fondamentale tirarlo fuori dall’inferno in cui è stato costretto negli ultimi 70 giorni. Ci vuole cautela, ma la felicità di questo momento è indescrivibile”, le sue parole affidate al social network.

La vicenda

La vicenda non è ancora conclusa: anche se fuori da quello che lui stesso descrisse a parenti e amici “un inferno”, Zennaro deve comunque rispondere delle accuse di frode che gli sono state contestate in Sudan. Tutto nasce da alcuni trasformatori che la ditta dell’imprenditore veneziano, la Zennaro Trafo, aveva venduto al distributore locale Ayman Gallabi per un valore di oltre 1 milione di euro. L’azienda sudanese ne aveva constestato l’idoneità citando dati di un laboratorio locale del settore. Partito alla volta di Khartum per dirimere la questione, Zennaro era stato accolto dai miliziani: controllato a vista e senza passaporto, aveva prima raggiunto un accordo con Gallabi per un versamento di 400mila euro, per poi essere arrestato il primo aprile in aeroporto poco prima di imbarcarsi per tornare in Italia. A rendere più intricato il tutto il ritrovamento del cadavere di Gallabi nel Nilo lo scorso 18 maggio.

(LaPresse/di Lorena Cacace)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome