Roma, 30 mar. (LaPresse) – “Il Pd farà opposizione perché questo hanno deciso gli italiani. La nostra linea è stata approvata dalla Direzione a stragrande maggioranza, ribadita dal segretario Martina e dai capigruppo.
E poi basta leggere cosa dicono i nostri elettori sui social, oppure parlare nei territori coi nostri militanti, per sapere che questa è la linea che ci chiedono: nessun accordo con gli estremisti e con chi vuole abolire tutte le nostre riforme”.
E’ quanto ha dichiarato il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, in un’intervista al quotidiano “La Notizia”. Sulle nomine degli uffici di presidenza delle Camere, il deputato dem ha detto: “Cinque anni fa Luigi Di Maio fu eletto vicepresidente della Camera grazie ai voti del Pd, lo stesso accadde per Roberto Fico alla commissione di Vigilanza. Oggi è accaduto l’opposto: i cinquestelle hanno votato solo per i loro, tenendo fuori il Pd dagli incarichi di controllo e di gestione delle Camere. Hanno dimostrato una bulimia di poltrone da far paura”.
Sul fatto che Salvini e Di Maio abbiano litigato sul reddito di cittadinanza, dopo che il leader leghista ha rilanciato un tweet proprio di Anzaldi, il deputato Pd risponde: “Ma quali litigi, vanno d’amore e d’accordo. Si sono spartiti tutte le nomine parlamentari con un Cencelli degno del pentapartito.
Quella sul reddito di cittadinanza mi sembra una schermaglia per alzare la posta nella trattativa delle poltrone. Di certo ci sono milioni di italiani che sono stati presi in giro. Prima delle elezioni Di Maio e i cinquestelle promettevano un reddito da 780-1950 euro a persona per 9 milioni di italiani, ora dicono che tutt’al più rifinanzieranno il Reddito di inclusione che ha introdotto il Pd”.Sulla possibilità che il Pd si accordi con M5s, Anzaldi ha aggiunto: “Finora l’unico esponente del Pd che propone di sostenere il Governo Di Maio è Michele Emiliano.
Una posizione isolata, sconfessata innanzitutto dai nostri militanti, a giudicare dai pesanti commenti che riservano sui social alle uscite televisive del governatore. “Di Maio e Salvini la pensano alla stessa maniera su tanti temi, come Europa e immigrazione, e si sono appena messi d’accordo per spartirsi tutte le nomine parlamentari, lasciando fuori l’opposizione per la prima volta nella storia della Repubblica. Che c’entra il Pd?”. Sull’eventualità che dal Quirinale arrivino appelli alla responsabilità, Anzaldi ha detto: “Il presidente della Repubblica ha fatto sapere, come abbiamo letto sui giornali, che non ha alcuna intenzione di rivolgere appelli del genere alle forze politiche”.
C’è la possibilità che si torni alle urne? “Credo che un ritorno al voto in tempi brevi sia improbabile, che Lega, M5S e Forza Italia si metteranno d’accordo, come hanno fatto con le Camere. Da cinque anni il Movimento 5 stelle attacca Berlusconi e Forza Italia, ma la settimana scorsa non hanno avuto difficoltà a votare Elisabetta Casellati, la fedelissima di Ghedini che in tv sosteneva che Ruby fosse la nipote di Mubarak”. La flat tax di Salvini? “Altre parole al vento: costerebbe 95 miliardi di euro, quanto 5 leggi finanziarie. Dove li trovano? Infatti anche Salvini non ne parla più, da quando la campagna elettorale è finita”.
Sul perché abbia inviato una lettera al presidente della Consulta per sollevare il caso dello statuto M5S alla Camera che prevede una multa di 100mila euro per chi abbandona il gruppo, l’esponente Pd ha spiegato: “Perché è una palese violazione dell’articolo 67 della Costituzione, che esclude il vincolo di mandato nell’attività dei parlamentari. Chi diceva di difendere la Carta la sta facendo a pezzi, relegando i deputati al ruolo di figuranti. La legislatura non è ancora iniziata e già hanno paura che i loro parlamentari se ne vadano? Sono problemi politici che non si possono risolvere con le penali anticostituzionali”.