BANGKOK – A sei mesi dal golpe del 1° febbraio con cui è stato ribaltato il governo eletto guidato da Aung San Suu Kyi, in Birmania il leader della giunta militare si è autodichiarato primo ministro e ha annunciato l’estensione della durata del governo d’emergenza fino ad agosto del 2023. È quindi fra circa due anni, e non uno come annunciato inizialmente, che dovrebbero tenersi le elezioni. “Dobbiamo creare le condizioni per tenere elezioni generali multipartitiche, libere ed eque”, ha detto il generale Min Aung Hlaing, in circa un’ora di discorso tv, pre-registrato. E ancora: “Dobbiamo fare i preparativi. Prometto di tenere elezioni generali multipartitiche, senza dubbio”.
Lo stato d’emergenza è stato dichiarato nel golpe di febbraio, un’azione che secondo i generali era permessa in base alla Costituzione redatta dall’esercito nel 2008 perché – sostengono i golpisti – la vittoria schiacciante di Suu Kyi nelle elezioni dell’anno scorso sarebbe stata raggiunta con brogli. Al colpo di Stato sono seguite massicce proteste, che sono state accolte da una brutale repressione: le forze di sicurezza hanno usato ripetutamente munizioni vere contro i manifestanti e il bilancio è di oltre 900 uccisi. Sono precisamente 939 le persone uccise dalle autorità dal 1° febbraio, secondo il dato aggiornato a domenica fornito dal gruppo indipendente Assistance Association for Political Prisoners. Crescono inoltre le vittime anche fra soldati e poliziotti, man mano che aumenta la resistenza armata sia nelle città che nelle zone rurali.
L’Asean, l’Associazione delle nazioni del sudest asiatico, i cui tentativi di mediare un dialogo fra la giunta e l’opposizione sono in stallo, avrà il dossier Birmania sul tavolo dei suoi ministri degli Esteri nelle riunioni virtuali in programma per questa settimana e organizzate dal Brunei, attuale presidente del blocco a 10.
La Birmania, intanto, sta anche affrontando la sua peggiore crisi sanitaria Covid-19, che ha sopraffatto il sistema sanitario. Le limitazioni alle vendite di ossigeno hanno portato alla diffusione di accuse secondo cui l’esercito starebbe direzionando le forniture a sostenitori del governo e ospedali gestiti dall’esercito. E allo stesso tempo i medici sono stati presi di mira dalle autorità dopo avere guidato un movimento di disobbedienza civile che invitava professionisti e dipendenti pubblici a non collaborare con il governo. A proposito della sfiducia nella gestione della crisi sanitaria da parte dell’esercito, il generale Min Aung Hlaing ne ha attribuito la responsabilità a “fake news e disinformazione tramite social network” e ha accusato chi sta dietro alla diffusione di queste presunte fake news di usare il coronavirus come “strumento di bioterrorismo”.
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