MILANO – Alla vigilia del ritiro definitivo dall’Afghanistan, gli Stati Uniti hanno intercettato dei razzi che hanno preso di mira l’aeroporto di Kabul proprio mentre le evacuazioni andavano avanti a ritmo serrato in vista della scadenza del 31 agosto. Il lancio di missili è stato rivendicato dall’Isis-K, branca locale dello Stato islamico responsabile del devastante attacco kamikaze di giovedì davanti all’aeroporto, che ha causato una carneficina: circa 200 morti, che includono sia gli afghani che erano in disperata attesa di partire, sia 13 soldati Usa.
Le ultime ore di evacuazioni sono “un momento particolarmente pericoloso”, ha fatto sapere il portavoce del Pentagono, John Kirby, parlando di una “minaccia ancora reale, ancora attiva, e in molti casi ancora specifica”.
Mentre si apprestano all’uscita di scena, intanto, una nuova ombra sugli Stati Uniti di Joe Biden: potrebbero avere ucciso 10 civili, fra cui 6 bambini, nel raid condotto domenica con un drone contro l’Isis-K, raid che secondo Washington ha consentito di sventare un attacco kamikaze contro l’aeroporto. La storia ricostruita dal Washington Post è straziante: le vittime civili provenivano tutte da un’unica famiglia allargata, stavano scendendo da un’auto nel loro vialetto quando il raid ha colpito un veicolo vicino. Secondo la Bbc, che ha raccolto le testimonianze dei familiari in lacrime la vittima più giovane sarebbe Sumaya, due anni, mentre il bambino più grande rimasto ucciso è Farzad, 12 anni; inoltre alcuni dei civili rimasti uccisi lavoravano per organizzazioni internazionali e avevano un visto che avrebbe potuto consentire l’ingresso negli Usa. Gli Stati Uniti stanno “valutando” le notizie relative a vittime civili del raid aereo, che vengono prese “molto sul serio”, ha fatto sapere il Pentagono, aggiungendo che si sta provvedendo alle verifiche con fonti locali, talebani inclusi.
Dalla testata ‘Politico’, inoltre, giunge un retroscena sulle ore precedenti la strage all’aeroporto di Kabul. Il Pentagono, scrive il giornale citando appunti classificati di una riunione del dipartimento della Difesa, era consapevole di un imminente “evento con vittime di massa” un giorno prima dell’attacco, ma gli americani ritardarono la chiusura dell’Abbey Gate (vicino al quale si fece poi esplodere un kamikaze) per consentire agli alleati britannici, che avevano accelerato la tempistica di ritiro, di continuare a evacuare il proprio personale, che faceva base nel vicino Barron Hotel.
Proseguono incessantemente intanto le ultime evacuazioni: gli Stati Uniti hanno fatto sapere di avere evacuato nelle ultime 24 ore dall’Afghanistan circa 1.200 persone, su un totale di 28 voli. Secondo il Guardian, fra gli evacuati delle ultime ore ci sono numerosi diplomatici americani.
LaPresse