Vaccini, terza dose già a fine mese

ROMA – Vaccini: si parte con la terza dose già a fine settembre. Si attende solo l’ok da parte della Commissione tecnica dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco. Intanto il governo è al lavoro per mettere in atto il nuovo piano vaccinale.

La priorità
Saranno i 500 mila pazienti immunodepressi come gli oncologici, i trapiantati e i pazienti con sclerosi multipla ad avere inoculato il vaccino. Poi a fine anno sarà la volta dei 4,2 milioni di over 80 e i 350 mila ospiti delle Rsa. Con il nuovo anno, nella forbice tra gennaio e febbraio toccherà agli operatori sanitari più a rischio di esposizione al contagio, ovvero all’incirca 1,85 milioni di persone.

I dati
Intanto nel nostro Paese crescono contagi: ieri sono stati registrati 5.923 nuovi casi contro i 4.720 del giorno precedente; 69 sono stati i decessi con un tasso di positività assestatosi al 2% (martedì era 1,5%). Calano però i ricoveri (-72) e le terapie intensive sono a +1.


I dubbi
Ma dubbi e perplessità non mancano sull’inoculazione della terza dose. La stessa Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato il monito a tutti gli Stati di non procedere prima di dicembre con i ‘booster’ per la popolazione sana. L’obiettivo è quello di permettere a ogni Paese di vaccinare almeno il 40% della popolazione entro la fine dell’anno e il 70% entro la metà del 2022. Anche da parte di ricercatori e scienziati nascono non poche domande. E’ ovvio che per fragili o immunocompromessi l’idea sarebbe di quelle di procedere con la terza dose, per le altra parte della popolazione le perplessità resistono. Anche per capire i tempi necessari dalla fine del primo ciclo. E comunque un richiamo si renderebbe necessario a risvegliare la memoria immunologica che va calando nel tempo. In questi giorni sono in studio da parte dell’Ente regolatorio i dati della letteratura scientifica in merito all’utilizzo della terza dose di vaccino Anti-Covid, nella fattispecia quello a mRNA di Moderna e Pfizer in persone gravemente immunocompromesse. Intanto l’Ema ha spiegato che “in attesa di un suo pronunciamento gli Stati membri possono già prendere in considerazione piani preparatori per la somministrazione di dosi aggiuntive”.

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