Caserta. Green, S. Leucio esempio europeo

Gli obiettivi del governo: entro il 2050 impatto climatico zero, i giovani la vera risorsa

CASERTA (Clara Mattei) – L’obiettivo è il 2050 ma per puntare al futuro occorre guardarsi indietro e vicino. L’antica colonia serica di San Leucio è il primo esempio di comunità basata sull’economia sostenibile: e se lo sapeva Ferdinando IV di Borbone sul finire del 1700 è impossibile che non lo sappiano i governanti del terzo millennio. Se n’è discusso ieri mattina al Belvedere nel corso del convegno nazionale organizzato dalla Fondazione Sorella Natura. A fare gli onori di casa il vicepresidente della fondazione Massimo Golino che ha accolto il primo cittadino Carlo Marino, il presidente della Fondazione Sorella Natura e amici del Creato Roberto Leoni e tutti i relatori – coordinati dal direttore di Cronache Maria Bertone – che hanno consentito di comprendere appieno la portata storica dell’agenda ‘green’ dei prossimi decenni.

Ad aprire il confronto Alberto Avoli, già procuratore generale della Corte dei Conti, che ha incentrato il suo intervento sulla necessità di avere fiducia nella pubblica amministrazione e sull’importanza della legalità e dell’etica nel processo di transizione ecologica. “I piccoli gesti sono fondamentali e gli enti locali, per la loro complessità, possono fare paura. Il sistema normativo – ha spiegato – va semplificato per dare regole certe. Bisogna avere fiducia nella buona amministrazione, ci sono tanti amministratori che lavorano in maniera corretta. Non limitiamoci a pensare al Recovery, la transizione va oltre, verso una nuova frontiera dell’ambiente che deve essere accompagnata da una nuova fiducia nelle istituzioni”. Ad illustrare quello che sarà il processo di transizione e le iniziative che il governo sta mettendo in campo, il Capo di Gabinetto del Ministero per la transizione ecologica, Roberto Cerreto. “La ricerca scientifica indica con chiarezza la necessità di una trasformazione dei nostri sistemi produttivi per evitare i danni dei cambiamenti climatici. La sfida centrale è quella posta dagli accordi di Parigi del 2015 che mirano a tutelare l’ambiente e a contenere il riscaldamento globale facendo dell’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 – ha spiegato sottolineando anche l’importanza dei simboli di questa ondata ambientalista – A fine mese si terrà a Milano, in collaborazione con le Nazioni Unite, la riunione preparatoria per la conferenza ‘Cop26’ che a novembre si svolgerà a Glasgow. In quell’occasione ci saranno quaranta giovani che si riuniranno con Greta Thunberg per ragionare dei più ambiziosi obiettivi che abbiamo di fronte”. Impensabile il rallentamento delle economie per Franco Cotana, Ordinario al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Perugia.

“Oggi il pianeta Terra conta più di 7 miliardi e mezzo di persone, che saranno 11 miliardi nel 2050, la grande sfida è quella della salvaguardia del pianeta e della trasformazione dei modelli energetici inquinanti con fonti ad energie rinnovabili”. Ad illustrare, invece, l’importante lavoro portato avanti dalle Guardie Ambientali formate dalla Fondazione Sorella Natura, il Generale di Divisione dei Carabinieri Francesco Benedetto. “L’obiettivo è quello di coinvolgere quanti più territori è possibile nella formazione delle guardie ambientali volontarie. Non ci sostituiamo – ha chiarito – alle forze locali, non siamo ‘sceriffi dell’ambiente’. Noi lavoriamo per la sua tutela. E dobbiamo cominciare lì dove c’è minore sensibilità ecologica. Si parte dalle famiglie, dal rispetto dell’altro, con la scuola e la società intera”. Il professor Rinaldo Marinoni, docente al Master dell’Università Lumsa in ‘Management della sostenibilità’, ha sottolineato l’importanza di verificare le comunicazioni e le notizie che arriveranno nei prossimi anni. “Non tutto ciò che ci viene presentato come ‘green’, come ‘eco’, lo è. Non basta una definizione a garantire la realtà di un processo ben più complesso”. Nel suo intervento ha illustrato quello che un’azienda internazionale come Eni sta facendo nel campo della transizione ecologica Teresa Dini Valentini della Divisione R&M di Eni Spa.

“La condizione dell’industria energetica ci vede, da una parte, corresponsabili dei problemi dell’ambiente per le emissioni di Co2 mentre, dall’altra, siamo protagonisti perché dobbiamo fornire l’energia necessaria alla transizione ecologica. Questo ci carica di responsabilità perché, sotto le stringenti direttive europee, dobbiamo impostare una nuova strategia. Stiamo cambiando pelle, ragioniamo in termini di nuova mobilità urbana e studiamo le soluzioni per il trasporto pesante e quello marittimo. Basti pensare all’uso di biocarburante derivante dall’olio del tonno che da rifiuto pericoloso può diventare risorsa”. Intervento ‘valoriale’ quello di Gianfranco Cavazzoni, già professore ordinario di Economia Aziendale all’Università di Perugia. “Molti sono spaventati dall’idea di disporre di meno ricchezza, di meno beni e servizi ma mi auguro che l’economia solidale possa fare della frugalità un nuovo stile di vita, perché si può vivere anche con meno”. Le conclusioni del convegno sono state affidate a Leoni, presidente di Sorella Natura. “A trent’anni dalla fondazione di Sorella Natura dico che non dobbiamo guardare indietro ma avanti e dare continuità – ha dichiarato – Quando si pensa che la situazione di emergenza si risolve tornando indietro si sbaglia, non potremmo fare a meno della comunicazione e dell’illuminazione. Dobbiamo andare avanti ma in modo diverso. Il problema è di educazione, è necessario apprendere da bambini che ci sono delle regole e c’è l’impegno: si dice grazie, prego e buongiorno. Dentro queste tre parole c’è tutta l’educazione necessaria”. Anche per far bene all’ambiente.

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